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Antonio e Tedy, l'intreccio di una storia che attende il suo secondo felice epilogo

di Federico Gambaro

Tedy Bruschi, una mattina del febbraio 2005, accusa un malore: vista annebbiata, difficoltà di parola, disorientamento, perdita di equilibrio. La corsa in ospedale e la diagnosi di un ictus causato da un trombo. Per curarlo si scopre una malformazione cardiaca, il forame ovale pervio. Tedy Bruschi come Antonio Cassano era all’epoca un atleta professionista. Nel 2005 ha 32 anni ed è un famosissimo giocatore di football americano, tre volte vincitore del Superbowl con i New England Patriots, e che da quel giorno vede a rischio la propria carriera sportiva. Tedy viene curato al General Hospital di Boston e nei mesi successivi segue la riabilitazione grazie anche al lavoro presso lo Spaulding Rehabilitation Hospital  della città del Massachusetts, tra lo scetticismo generale per un futuro sportivo che per molti non avrebbe più trovato l'alba. Tedy si allena, torna al campo d’allenamento dei Patriots: lavora, suda e 7 mesi dopo nell’ottobre del 2005 ottiene il placet dai medici per la ripresa agonistica. Tedy torna a calcare i field americani e a correre con l’ovale dalle cuciture tra le mani e lo fa fino alla fine della sua carriera nel 2008. Antonio come Tedy, Tedy come Antonio, l'intreccio di una storia che attende il suo secondo felice epilogo.


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