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Allegri: "Serviva un cambio generazionale. Provai a convincere Nesta. In futuro vorrei..."

di Stefano Maraviglia

Intervistato da La Stampa, Massimiliano Allegri si è prestato per parlare di tutto ciò che riguarda il passato del Milan, il presente e il futuro suo e della squadra rossonera. La disamina del mister ha toccato anche argomenti come il calciomercato, Antonio Cassano, Alessandro Nesta, i rapporti con Silvio e Barbara Berlusconi e la Juve, avversaria per eccellenza nella corsa al tricolore.

Passa per essere un tagliatore di teste.
"Serviva un cambio generazionale, sarò antipatico ma così va la vita. Ancelotti è stato fortunato ad allenare gente come Gattuso, Inzaghi, Nesta e Seedorf nel fior fiore della loro carriera. Anch’io avrei voluto averli a disposizione con sette anni in meno. Serve coraggio per prendere decisioni dolorose e il Milan lo ha avuto. Parlare di questi campioni continuamente è sbagliato, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi è rimasto".

È vero che soffre i giocatori di grande personalità?
"Per due anni ho allenato gente che ha portato a casa coppe di ogni tipo. Si vince con i giocatori bravi, il resto sono fandonie. Non ho mai visto un allenatore far gol dalla panchina. Non si può andare d’accordo con tutti però quando scelgo gli undici penso solo a chi può farmi vincere".

Parla poco con chi va in panchina.
"I ragazzi lo sanno: non sono il tipo che giustifica le sue scelte perché sarebbero solo prese in giro. Durante la settimana è un altro discorso. La cosa più importante è il rispetto e c’è sempre stato, con me tra l’altro hanno sempre giocato tutti".

Cassano non è stato tenero con lei. Perché non ha voluto replicare né a lui né ad altri?
"Perché non ha senso, perché non serve parlare dopo, perché ci vuole rispetto e non tutto è dovuto. Spero di restare al Milan per tanto tempo ma se succederà qualcosa di diverso dirò ugualmente grazie. Sarò sempre grato a Berlusconi e a Galliani per questa esperienza".

Nessun senatore le ha detto pubblicamente grazie.
"Forse risulto antipatico perché sono una persona diretta, magari avrei dovuto prenderli in giro".

Ha mai provato a convincere Nesta a restare?
"Abbiamo parlato anche il giorno in cui ha annunciato il suo addio. Niente da fare, era irremovibile".

Perché il Milan sceglie De Jong e si lascia scappare Verratti?
"Perché il cartellino di Verratti costava molto e quando ha scelto Parigi noi avevamo ancora Ibra e Thiago Silva. Però su questo argomento voglio dire una cosa".

Prego.
"Fino a poco tempo fa andava di moda dire che i nostri giovani sono scarsi. Adesso giocano ovunque. Per la crisi? Macchè, perché sono bravi".

Qual è la frase di Berlusconi che non scorderà mai?
"Mi colpisce il suo modo di porsi. Non è mai banale".

Come ci si rapporta ad un dirigente donna?
"Se si riferisce a Barbara Berlusconi, direi molto bene. Quando può viene a trovarmi a pranzo, ha voglia di conoscere e porta entusiasmo".

C’è qualcosa che invidia a Conte?
"Direi di no, anche se ha fatto un ottimo lavoro, cambiando pure sistema di gioco".

Che impatto avrà la Champions sul campionato della Juventus?
"Possono anche perderle tutte ma se noi non facciamo risultato è tutto inutile. Meglio guardare solo in casa nostra".

San Siro è diventato un tabù. Colpa del sintetico?
"È un fatto casuale. Quando l’Inter ha pareggiato due a due con il Vaslui ho tirato un sospiro di sollievo".

Calciomercato a parte, sente la crisi economica?
"Purtroppo sì, ho tanti amici che sono dipendenti e sono preoccupati perché rischiano il posto di lavoro".

Che idea si è fatto della situazione dell’Italia?
"
Dobbiamo trovare una via d’uscita per forza. Non ci manca niente, il nostro paese ha storia, cultura e un paesaggio unico".

Dopo il Milan dove si immagina?
"Non sono eterno come il Trap, voglio godermi la vita. Prima però mi piacerebbe fare un’esperienza con la Nazionale".


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