Allegri, la nuova versione del "signor no"
Altro che ‘Acciuga’. Lo dovrebbero chiamare ‘testaccia dura’. Massimiliano Allegri è il classico toscano di mare. Ben diverso da quello bonaccione - e simpatico - dell’entroterra. Duro come uno scoglio, coriaceo come il guscio di un paguro e testardo come la salsedine che non si lava via. Un uomo con un carattere forte, indipendente che non accetta rimproveri da nessuno e consigli solo da pochi – uno di questi è Giovanni Galeone, un secondo padre -.
Eppure al suo arrivo al Milan – ambiente che aveva già conosciuto in una tourneè americana da cui poi era stato cacciato – sembrava un Allegri diverso. Berlusconi alla prima conferenza stampa gli aveva rubato il proscenio e lui si era presentato il giorno dopo con lo stesso sorriso a rispondere alle domande dei giornalisti. Berlusconi gli aveva ordinato di mettere a posto capelli e barba e lui aveva eseguito senza battere ciglia. Ma il gol non-gol di Muntari (e la decisione controversa di rischiare Thiago Silva in Coppa Italia) ha cambiato qualcosa: Allegri ha conosciuto per primo l’onta della sconfitta con Ibra in rosa e non sembra disposto a scendere a patti con nessuno. Anche ora che la società gli chiede di cambiare rotta seguendo il modello Milan. Il mister ha la testa dura, non necessariamente un male. E’ disposto ad affondare a suon di sconfitte pur di non cambiare il suo credo. E se avrà ragione lui tutti saranno pronti ad esaltarlo come quando vinceva lo scudetto, dando lezioni a Leonardo nel derby. Ma se non l’avrà…