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A piccoli passi

di Matteo Calcagni

Per uno con la sua falcata pare un eufemismo ma, nella vittoria di Cagliari, non si può negare il progresso (lento ma esistente) di Taye Taiwo. Il terzino nigeriano nel primo tempo ha faticato, come tutti: difficile arginare il pressing rossoblù, ancor di più prendere le misure in un campo più che pesante. Il gioco a terra era complicato, per via della pioggia, le palle alte erano influenzate dal vento: due fattori ambientali che hanno creato qualche grattacapo di troppo al Milan, messosi in difficoltà autonomamente in svariate occasioni. Nella ripresa, forse dopo un discorsetto di Allegri negli spogliatoi, tutto è migliorato, anche la prestazione del possente ex Marsiglia. Quei passaggi sballati sono diventati pian piano azzeccati, così come la copertura su Ibarbo, più attenta ed efficace rispetto ai precedenti quarantacinque minuti. Nessuno grida al miracolo per la prestazione di Taiwo, sia chiaro, ma gli aspetti positivi, così come quelli negativi, vanno giustamente evidenziati. E' chiaro che il ventiseienne africano ha ancora qualche difficoltà di ambientamento ma, giocando con più continuità, potrebbe acquisire quella sicurezza che finora gli è mancata. Abate, per fare un esempio, è diventato il giocatore attuale giocando e sbagliando, acquisendo esperienza ed imparando dai propri errori. Il laterale nigeriano, su cui sembrava già incombere la mannaia della bocciatura, ha ancora qualche chances per restare e giocarsi le sue carte: il Milan non può certamente contare su un foltissimo pacchetto di terzini e, vista anche l'età avanzata di Zambrotta, recuperare a pieno regime Taiwo sarebbe cosa buona e giusta. Ci vorrà forse più pazienza di quanto preventivato, ma sarebbe un errore privarsi a cuor leggero di un giocatore giovane e con ottimi mezzi fisici.


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