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14 minuti di passione. Due storie, un mondo d'amore

di Francesco Specchia

Hanno condiviso molto, soprattutto dal 1997 al 2001. I vecchietti del calcio, gli arzilli campioni senza età si ritrovano ora a dover condividere un momento che prima o poi sarebbe dovuto arrivare. Filippo Inzaghi e Alessandro Del Piero. Entrambi andranno in scadenza di contratto a giugno e del loro doman non v'è certezza. Il passato da grandi campioni li contraddistingue, il futuro nebuloso e il presente in panchina li avvicina. Mal comune mezzo gaudio.
I numeri per il bomber di Piacenza sono impietosi. Il Killer scelto, il cecchino delle aree di rigore in questa stagione è sceso in campo solo 14 minuti. Normale se davanti si hanno Ibrahimovic, Cassano, Robinho, Boateng, El Shaarawy, impossibile se piegando la maglietta numero 9 leggi Inzaghi. Dal 2008 in poi sempre meno spazio (analizzando esclusivamente il campionato italiano), largo ad acciacchi ed infortuni con l'adrenalina che lo inchioda su una sedia, panchina o tribuna che sia. 26 presenze, 13 gol nella stagione 2008/09, 24 presenze l'anno successivo e 6 la scorsa stagione. L'infortunio patito l'anno scorso gli ha regalato 180 minuti e 2 gol, a dimostrazione che a certe abitudini non si può proprio rifiutare. Questa stagione Udinese e Cesena le sue uniche apparizioni, entrambe alla Scala del calcio.
Alessandro Del Piero, amico e compagno di centinaia di partite vinte, non se la passa molto meglio. Come l'ex compagno bianconero Filippo Inzaghi, gioca solo il campionato. Le affinità non finiscono qui. Matri, Vucinic, Quagliarella, Toni e Iaquinta si contendono con il capitano talvolta l'unico posto disponibile in avanti (4-1-4-1). 140 minuti, 4 presenze e 1 assist all'esordio allo Juventus Stadium contro il Parma.
Due storie affini, due campioni senza tempo, due giocatori che hanno unito tutti i tifosi sotto la bandiera del bel calcio. Milioni di mani spellate per applaudire ai loro gol. Pochi minuti in campo, un'eternità nelle menti degli appassionati di calcio...


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