Perché scandalizza così tanto il "non lo so, vediamo" di Furlani?! Chi è il garante del Milan
Dopo lo scudetto del maggio 2022 e la semifinale di Champions League dell'anno scorso, in questa stagione il Milan sta cercando di essere sempre più ambizioso: è stato sin da subito dichiarato che l'obiettivo è lo Scudetto, mentre in Europa... l'andare più avanti possibile. Ovvio, poi c'è il campo che parla e la squadra di Pioli, fino ad ora, non si è dimostrata così tanto continua da poter ambire con estrema fiducia a questi traguardi, ma... l'intenzione c'è.
Il diktat di Cardinale
“Odio perdere. Vogliamo vincere”. È con queste due frasi nette, chiare, senza appello che Gerry Cardinale si era presentato come nuovo proprietario dell’AC Milan. D’altronde, gli 1,2 miliardi di euro spesi per acquistare il club, alla quale vanno aggiunti tutti gli investimenti commerciali, quelli prossimi per il nuovo stadio e, ovviamente, quelli per l’economicamente e tecnicamente importante calciomercato sostenuto in estate, non possono coincidere con un ridimensionamento del progetto. Anzi: il Milan vuole crescere, sul campo e fuori, accompagnando i successi sportivi a quelli economici.
Le parole di Furlani
Prima con Elliott e poi con RedBird il primo pilasto del progetto rossonero è "il successo sportivo, perché - ha spiegato Furlani al DLA Piper Sport Forum - non c'è progetto nel calcio e nel Milan che non abbia alla base il successo sportivo". È chiaro: non c’è progetto vincente che non si basi sul successo sportivo. Con una precisazione: competitivi si, ma non a tutti i costi. È chiaro: il Milan lavora e lavorerà, a cominciare dal cercare di trattenere i top player della rosa, per vincere. Anche perché quella parola usata nel secondo paragrafo - 'ridimensionamento' - non fa assolutamente parte delle intenzioni del Milan di RedBird.
E il "Non lo so, vediamo" in risposta di ieri di Furlani sulla eventuale cessione dei top player nelle prossime stagioni non deve far gridare allo scandalo! Come spiegato nel podcast (CLICCA SUL BANNER PER ASCOLTARLO), è stata una risposta estemporanea, ma che, a prescindere da tutte le polemiche che ha scatenato, non dice nulla di così assurdo: se dovessero arrivare offerte clamorose per i giocatori migliori della rosa saranno valutate con attenzione, come nel caso di Tonali, e, in caso di accordo, come nel caso di Tonali, quei soldi saranno innanzitutto tutti reinvestiti e, contemporeaneamente, si cercherà di reinvestirli per rinforzare la rosa, come nel caso di Tonali. È ovvio che la reazione umorale dei tifosi sia contrastante, dato l'affetto per dei calciatori, soprattutto quelli migliori; ma la realtà del calcio (e del calciomercato) in Italia è questa: comprare, sviluppare, eventualmente rivendere, reinvestire, migliorare. Ed ecco perché dopo la reazione umorale c'è sempre bisogno di una reazione analitica che faccia notare i dettagli a cui prestare più attenzione.
La garanzia
La risposta importante dal punto di vista del calciomercato dell'intervento di Furlani è, dunque, un'altra: "Lavoriamo per generare risorse in modo che poi quelle risorse siano reinvestite". È questa la garanzia per il mondo Milan e per i tifosi: ciò che si guadagnerà attraverso i successi sul campo e quelli commerciali sarà reinvestito per generare altri successi sul campo e sul lato commerciale. Perché c'è già un precedente che lo dimostra - la cessione di Tonali - e c'è un chiaro business plan della proprietà che non potrebbe andare in nessun altra direzione se non quella dell'"Odio perdere, voglio vincere". Poi ci sta sbagliare, ci sta non essere d'accordo, ci sta criticare: sia chiaro.