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PAGELLE - Theo un disastro con espulsione finale. Gabbia certezza. Fonseca male

di Pietro Mazzara

Il Milan esce sconfitto dal Franchi di Firenze contro la Fiorentina ed la quarta sconfitta in un mese, la seconda in campionato dopo quella di Parma, e fallisce l’aggancio al secondo posto. Queste le pagelle milaniste: 

MAIGNAN 6: tiene a galla il Milan parando il rigore di Moise Kean. Impossibile fare qualcosa sul tiro di Adli che accarezza la base del palo e si infila alle sue spalle. Gudmundsson lo fucila prendendolo in contro tempo.

EMERSON ROYAL 5: primi quarantacinque minuti attenti e propositivi. Centra dei versi cross interessanti, sui quali i compagni provano a girare il pallone verso la porta di De Gea. Poi inanella alcuni errori tecnici che ne fanno crollare la valutazione. 

GABBIA 6.5: Kean bazzica principalmente nelle zone di Tomori, ma lui è sempre attivo e attento. Spesso è quello più pronto sulle palle inattive a cercare di andare di testa. Del pacchetto arretrato è quello più positivo, prendendosi anche il rigore che poi Abraham si fa parare da De Gea. 

TOMORI 4.5: Kean lo sfida diverse volte in velocità, ma quello è il suo terreno di caccia preferito. Ma l’errore clamoroso è sul gol di Gudmundsson non è concepibile in nessuna categoria del mondo. 

THEO HERNANDEZ 4: primo tempo imbarazzante. Entra malissimo in partita e si vede dallo sguardo che ha. Prima causa il rigore per la Fiorentina, dormendo malamente sulla pressione di Dodò e calciandogli il piede. Maignan salva tutto. A fine primo tempo si prende la responsabilità di calciare il rigore del potenziale pareggio, ma se lo fa parare da De Gea, che sembra gelarlo fin dal momento della rincorsa. Disegna il cross che diventa assist per il gol di Pulisic. Si fa espellere nel finale di partita per proteste. Così non va bene per nulla.

FOFANA 6.5: tante letture preventive, specie quando la Fiorentina sale di ritmo dopo la prima sfuriata del Milan. Recupera un sacco di palloni e nella ripresa, in certi frangenti, è dominante. 

REIJNDERS 6: è sempre pronto a ricevere palla, specie da Leao, quando il Milan sviluppa sul centro sinistra. Bravissimo con il taglia-fuori a prendere posizione su Ranieri e a prendersi il rigore sbagliato da Theo. Nel secondo tempo cerca di alzare il ritmo.

PULISIC 6: non sembra lui nel primo tempo. Spesso fa da posto di blocco ai passaggi dei compagni che vorrebbero andare direttamente da Royal. Piuttosto balneare l’opposizione su Adli in occasione del gol dell’1-0 della Fiorentina. Rifinisce l’azione che porta Reijnders a prendersi il rigore poi malamente fallito da Theo. Segna un gol bellissimo che pareggia i conti. Esce e non gradisce. (dall’82 CHUKWUEZE SV).

MORATA 5.5: svaria tanto, come da ruolo e richieste, cercando di aprire la manovra milanista. Suo il colpo di testa della prima palla-gol del Milan nel primo tempo su cross di Royal. Fatica, nel secondo tempo, ad essere incisivo.

LEAO 6: il compagno di merende della Theao è totalmente fuori fase e allora lui si mette in proprio, quando riesce. Causa il giallo di Dodò, scartavetra la punta delle dita di De Gea e cerca spazi nuovi dove scaricare i suoi cavalli. Nel primo tempo è anche diligente in fase difensiva. Anche nel secondo tempo, quando gli arriva il pallone, crea qualcosa come l’assist per Pulisic, fermato da Ranieri in extremis. Poi Fonseca lo toglie, questa volta inspiegabilmente. (dal 73’ OKAFOR 6: nell’unico spunto della partita, apparecchia per Abraham). 

ABRAHAM 5: la gabbia della Fiorentina gli toglie respiro e spazi. Entra nella bellissima azione con cui il Milan si prende il rigore nel finale di primo tempo. Sbaglia quello del potenziale 1-1 e si divora anche un’altra occasione sulla quale De Gea para con i piedi una conclusione molle e anche sull’assist di Okafor, incespica. 

ALL. FONSECA 5:  “siamo ancora lontani dal Milan che voglio”. Si ma siamo a ottobre e qui siamo tornati al punto di partenza. Un Milan che non la capacità d’avere una continuità dentro la partita. Anche contro la Fiorentina si sono viste cose a tratti, con un’assenza di cattiveria e di gioco non accettabili. C’è sempre quella sensazione che manchi più di qualcosa, anche a livello di mentalità, per svoltare definitivamente. L’effetto derby è già finito?


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