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IL PAGELLONE DELL'ATTACCO - Pato segna e sbuffa, Ibra fonda il suo impero. Con Fantantonio ma senza Pippo

di Francesco Somma

Il Pagellone dell’attacco del 2011

Inzaghi 6:   Un anno senza gol. Deleterio a dir poco per uno come lui, che senza la vista ravvicinata della porta avversaria non riesce a respirare. Un brutto infortunio lo tiene lontano dal campo di gioco per più di sei mesi, il resto lo fanno le scelte tecniche e la buona intesa tra Ibra, Pato e Robinho

El Shaarawy 6:  Da un’annata strabiliante in campionato alla delusione per l’uscita anticipata dal campo nella finale playoff persa dal suo Padova contro il Novara, al primo e (finora) unico gol  in maglia rossonera, datato 21 settembre. Poi, poco spazio per mostrare di saperci fare, e le voci che lo vogliono partente (con ricevuta di ritorno) a gennaio

Pato 7:   Sono lontane le settimane passate a dibattere sulle squalifiche di Ibrahimovic. L’unico a tacere e segnare gol su gol,

caricandosi sulle spalle il peso dell’attacco rossonero, a quei tempi è stato lui. Tra i massimi artefici della cavalcata Scudetto a maggio, tra i più discussi e criticati oggi, per un rendimento troppo discontinuo e minato da fastidiosi infortuni, ma soprattutto per il dichiarato malessere nei confronti di Allegri e le voci che lo vogliono lontano da Milanello nel breve periodo

Cassano 7:   Reduce dalla turbolenta avventura in blucerchiato, gli bastano le prime due partite in rossonero per mostrare di saperci ancora fare, eccome. Entra con personalità da fuoriclasse in un gruppo di cui diventa un po’ l’asso nella manica, un po’ la mascotte. Diverte i compagni e i tifosi, segna meno dei colleghi ma sforna una valanga di assist, guadagnando la sua bella fetta di Scudetto. Comincia bene l’anno nuovo, ma un serio problema fisico lo allontana dall’adrenalina del rettangolo verde: fino a marzo, poi sarà di nuovo Fantantonio

Ibrahimovic 9:   Facciamo prima a trovare l’unico neo in una stagione che lo ha visto rasentare la perfezione e possiamo facilmente indicarlo nelle tre squalifiche per motivi disciplinari che lo bloccano ai box nella fase clou del campionato. Perché il resto del tricolore ha i riflessi della bandiera svedese, impressi a forza dalle sue reti e dalla sua capacità di trascinare in senso morale e concreto. Segna e infonde fiducia, stimola e regala punti. Il 2011 è l’anno in cui affida la sua vita alle pagine di un libro che diventa prestissimo pietra di scandalo. Ha ripreso da dove aveva lasciato: da settembre a dicembre è capocannoniere del Milan. Gli altri ruotano, si producono in turni e staffette, lui c’è sempre: chi può spostarlo?

Robinho 7,5:   Chiude la stagione passata con un tabellino da 14 reti ed una impressionante capacità di non dare punti di riferimento. Colpisce per la voglia di macinare chilometri su tutto il fronte d’attacco e portare ossigeno ai colleghi di reparto ma, ahinoi, anche per l’abbondanza di errori sottoporta…

Allegri 7:   Alcuni dicono che le critiche indichino la strada giusta. Dopo aver trionfato al primo colpo in campionato, la stagione in corso è cominciata in minore per poi portarsi su livelli più che accettabili. Si sbarazza con discutibile decisione della “grana” Inzaghi ed incassa il primo vero capriccio di famiglia, che porta la doppia firma di Silvio Berlusconi ed Alexandre Pato, uscendone con carattere e sicurezza


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