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Zirzkee, parla l'ex vice allenatore: "All'Anderlecht ha capito la differenza tra calcio giovanile e professionistico. Ora è esploso"

di Manuel Del Vecchio

Willem Weijs, ex vice allenatore dell’Anderlecht, parla a Sky Sport UK di Joshua Zirkzee, suo giocatore nella stagione 21/22. Queste le sue dichiarazioni sul talentuoso centravanti nel mirino del Milan e Manchester United.

L’esperienza di Zirkzee all’Anderlecht: "È andato via molto giovane e questo a volte può essere un problema per i giocatori. I giovani credono che si tratti solo di abilità, di segnare gol e di giocare un bel calcio, ma il professionismo richiede altre cose ai giocatori. Quello che il calcio professionistico ti chiede mentalmente e fisicamente è un'altra cosa rispetto al calcio giovanile. Era chiaro che aveva un grande talento, ma doveva fare una transizione. La stagione all'Anderlecht lo ha aiutato molto. All'inizio è stata dura, perché in Belgio le squadre cercano di rendere il gioco molto fisico. Ma alla fine si è abituato. È esploso".

Il suo rapporto con Zirkzee: “Ho dovuto lavorare molto per costruire questo rapporto e conquistare la sua fiducia, perché all'inizio non era molto aperto. Ha bisogno di sentirsi amato. Vuole essere rispettato. Ma quando sente che può fidarsi di te, si apre. Rivedevamo i filmati delle sue partite, discutevamo di come si sentisse in fiducia, del suo ruolo nella squadra, di questo tipo di cose".

Cosa lo rende così forte? "Ha un buon fisico, ma è la sua tecnica a spiccare. Le sue capacità tecniche in spazi ridotti sono davvero spettacolari. È così a suo agio sul pallone. Il suo primo tocco è sempre morbido. Questo significa che si crea molto tempo per trovare soluzioni in situazioni complicate".

La seconda metà di stagione all’Anderlecht: "Gli allenamenti all'Anderlecht erano diventati troppo facili per lui. Era davvero chiaro che era pronto per il passo successivo".

La stagione della consacrazione a Bologna: “Questo è un esempio della transizione di cui parlavo: da giocatore giovanile a giocatore professionista. Si tratta di lavoro duro, mentalità, mentalità di crescita, intensità. Guardando indietro, si può solo dire che Bologna era la scelta perfetta per lui. Ora, giustamente, ha attirato tanto interesse”.


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