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SPECIALE ZAMBROTTA - Chilometri, fiato e tanto altro per un professionista esemplare

di Vincenzo Vasta

Come purtroppo accade spesso in moltissime storie d’amore, anche i rapporti tra giocatori e società finiscono. In questa settimana, l’ambiente rossonero ha vissuto grandi addii da parte di colonne portanti di questa squadra e che hanno fatto la storia di questo club. Oltre a Gattuso, Nesta, Inzaghi e Seedorf, anche Gianluca Zambrotta lascia il Milan. Pur non essendo un veterano come i suoi illustri colleghi, Zambro è stato un perno fondamentale sia in campo che nello spogliatoio, soprattutto negli ultimi anni di Carlo Ancelotti sulla panchina rossonera. Arrivato da Barcellona nel 2008, dopo un lungo corteggiamento, il giocatore comasco si è imposto subito tra gli 11 titolari, giocando ottime stagioni e baciando l'inizio della sua nuova avventura con un gol, arrivato già alla terza giornata, contro la Lazio, del suo primo campionato. Nel 2010, data della sua scadenza di contratto, la società gli dimostra enorme fiducia ed arriva il rinnovo contrattuale per altri due anni. Nel 2011, vince il suo primo scudetto in maglia rossonera, terzo della sua brillante carriera, sia nei club che in nazionale, con cui conquista la Coppa del Mondo. Il suo ultimo centro al Milan, è stato nella gara interna col Catania. Tra le gioie vissute a Milanello, anche la vittoria della Supercoppa italiana a Pechino contro i cugini dell’Inter. Professionista serio, grande correttezza e tante altre qualità importanti, per il classico giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero nella propria rosa. Zambro lascia il Milan, in silenzio, così come nel suo carattere. Difficile dire se continuerà a giocare il calcio magari lontano dall’Italia oppure appenderà gli scarpini al chiodo, è certo però, che il contributo di uno dei terzini più forti degli ultimi 15 anni, è stato eccellente, soprattutto nella prima parte della sua avventura rossonera, quando macinava chilometri su e giù per la fascia, come solo lui sapeva fare.


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