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Sozza difende la categoria: "Ci ferisce quando non si crede a buona fede dell'arbitro"

di Lorenzo De Angelis
Fonte: ANSA
foto ANSA

(ANSA) - MONTECATINI TERME, 18 MAR - "Cosa ci ferisce? Quando non si crede alla buonafede di un arbitro. A dire la verità, per fortuna è un aspetto che sta venendo meno perché abbiamo una credibilità strutturale. Quando si pensa a chissà quale motivo dietro a una decisione dell'arbitro rimane un po' di rammarico. Lavoriamo perché le partite si svolgano nella massima regolarità". Lo dice, a Sky Sport a margine del Premio Maestrelli a Montecatini Terme, l'arbitro Simone Sozza, il quale poi sottolinea che "l'uniformità di giudizio è difficile, siamo un gruppo di uomini che va in campo per prendere la miglior decisione possibile. Non sempre uniformarsi su un singolo episodio è simile, anche perché ci sono ogni volta mille sfaccettature diverse. Non è questione di interpretazione delle regole, a volte gli episodi vengono visti in un modo o nell'altro". Ma sui falli di mano come funziona? "Parlarne qui non è la sede più opportuna - risponde Sozza -. Capiamo che l'interpretazione sui falli di mano sia tra le più difficili da leggere, storicamente, ma abbiamo le linee guida sulle quali ci basiamo. La pressione? Normale e giusto che ci sia, affrontiamo sfide importantissime e fa parte del mestiere. La bravura sta nel gestirla". (ANSA).


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