Sacchi sulla Gazzetta: "Il Milan mi ha davvero deluso contro la Juve. Scudetto? Meglio pensare alla Champions"
Arrigo Sacchi, ex tecnico rossonero, ha commentato così il momento del Milan sulle pagine della Gazzetta dello Sport: "Ero a San Siro per vedere Milan-Juve, spinto soprattutto dalla curiosità di vedere dal vivo queste due squadre che ancora non si sono espresse al massimo, sul piano del gioco, né in campionato né in Champions League. Ebbene, sono stato spettatore di una partita grigia che più grigia non poteva essere: neanche un’emozione, neanche uno squillo. Ma, se i bianconeri avevano parecchie assenze e forse la loro prestazione sotto tono poteva essere giustificata, il Milan mi ha davvero deluso. Sentire i fischi del pubblico rossonero, assolutamente comprensibili per il poco che si è visto, è stata una scossa, l’unica in una serata negativa. Avevo di fianco a me Franco Baresi e Daniele Massaro. Osservando il ritmo lento della partita, ho detto loro: 'Se continuano così, potete giocare anche voi, e di sicuro fareste bella figura!'.
In ogni caso, quello che sta producendo il Milan non è soddisfacente e i tifosi sono molto delusi. Qualcuno, esagerando in fiducia, mette ancora il Milan tra le possibili candidate allo scudetto. Io sostengo che i rossoneri lo scudetto se lo possono scordare. Ci sono troppe squadre davanti a loro e, soprattutto, queste squadre vanno a mille all’ora e hanno tutte un gioco e un’identità ben precisi. Difficile che al Milan possa riuscire una super rimonta, anche perché parecchi sono i dettagli da sistemare per raggiungere un buon livello. Mi sembra più ragionevole concentrarsi sulla Champions League e cercare di fare più strada possibile in Europa: forse è una manifestazione più adatta ai rossoneri, come si potrebbe pensare dopo la splendida vittoria con il Real. Però c’è tanto lavoro da fare. Non è possibile giocare contro la Juve in casa, davanti alla propria gente, e non fare nemmeno un tiro in porta... Questi giocatori vanno stimolati anche nell’orgoglio. Non si può pensare che la colpa dei risultati poco soddisfacenti sia sempre dell’allenatore, perché altrimenti si concede un alibi a chi gioca. Il segreto del successo è: grande società, bravo tecnico e buoni giocatori che lo seguono e si butterebbero nel fuoco per lui. Ci sono, nel Milan di oggi, tutte queste componenti?".