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Ravelli: "Il Milan come l'anno scorso è indietro nel giro delle panchine. E se aspetti sempre che le carte le diano gli altri..."

di Enrico Ferrazzi

Arianna Ravelli, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ha commentato così il casting in corso per la panchina del Milan: "Il Milan, dopo il tormento del direttore sportivo che si è risolto con la scelta di Igli Tare libero da mesi (e che quindi avrebbe potuto cominciare a lavorare da tempo), sembra ripetere i macchinosi percorsi che hanno portato a due tecnici (stranieri) che erano apparsi da subito delle scommesse. Conte, a cui si è rinunciato scientemente un anno fa, resterà un rimpianto destinato a non trovare pacificazione. (E a proposito delle remore milaniste: De Laurentiis è riuscito a gestirlo per tutta la stagione limitando al minimo le esplosioni, e senza derogare alla sostenibilità tanto cara alla società. E se è vero che ora i due si saluteranno, con uno scudetto sul petto, potranno ben dire "che è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati"). 

Max Allegri, a cui il pensiero dei vertici milanisti periodicamente torna, dopo tanto tergiversare sembra destinato a finire a Napoli, dove accelerano proprio per anticipare l'eventuale concorrenza. Vincenzo Italiano, forse il preferito a Casa Milan, dovrebbe restare a Bologna. Insomma, il Milan dà l'impressione (felici di essere eventualmente smentiti) di dover aspettare che siano gli altri a dare le carte. In ogni caso, l'ad Giorgio Furlani ha detto che questa sarà la settimana degli annunci, la speranza è che, dopo l'ufficializzazione di Tare e dell'addio di Conceiçao, arrivi anche quello dell'allenatore, perché di tempo ce n'è poco, tra rosa da sfoltire, decisioni importanti da prendere (Leao resta?), uno spirito di gruppo da costruire. A questo punto sarebbe ironico se il cerchio si chiudesse con Thiago Motta (anche perché è difficile inserirlo nella categoria dei vincenti dove il Milan dice di voler pescare)". 
 


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