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Raiola: "Critico Abete, gli allenatori che non credono nei giovani e un calcio italiano che ha problemi dal basso fino ai vertici"

di Federico Gambaro
Fonte: tmw

In un lungo intervento a "Radio Kiss Kiss Napoli", Mino Raiola critica fortemente l'operato del presidente federale Abete e a cascata tutto il sistema calcio italiano, sia dal punto di vista gestionale che sportivo, a partire dalla poca considerazione verso i giovani da parte soprattutto degli allenatori: "Ci sono pochi allenatori che hanno il coraggio di far crescere un giovane. Gli allenatori italiani hanno sempre da ridire sui giovani: o che non hanno talento, o che non hanno l'esperienza. E di conseguenza i nostri ragazzi di talento, dopo anni in cui non giocano, non riescono più ad esprimersi. Guardiamo all'estero: in Germania c'è un campionato difficilissimo e aggiungo che tra 2-3 anni la Bundesliga sarà il torneo più ricco di Europa. Allo stesso tempo, in Germania gioca chi è più forte, non si guarda mica il passaporto o la data di nascita. Da noi invece non li facciamo giocare e non a causa delle società: i dirigenti hanno paura di prendere i giovani perché credono che poi gli allenatori li lasciano in panchina e non gli danno fiducia - spiega Raiola che poi passa ad una dura critica al presidente Figc Abete - In Italia abbiamo una Federazione con un presidente che fino a questo momento non ha avuto neanche un successo. L'unico successo, che ha mascherato i reali problemi italiani, è arrivato nel 2006. Ma parliamo di un presidente che non è riuscito a portare a casa gli Europei, che non è riuscito ad aiutare i club a fare gli stadi di proprietà, non ha fatto un solo cambiamento dal basso, dal profondo del calcio italiano, eppure è ancora li. Se deve dimettersi? Una persona che fa il presidente di una Federazione e che non porta a casa gli Europei a vantaggio di Polonia ed Ucraina, con tutto il rispetto di questi due Paesi, deve vergognarsi di occupare ancora quella poltrona. Il calcio italiano ha un problema enorme, dal vertice al basso. E' la realtà: non abbiamo in Italia un solo stadio decente, eccezion fatta di quello della Juventus. Che sia chiaro, non attacco la persona Abete, ma il suo operato, sulla sua dirigenza e i fatti si vedono giorno dopo giorno. Abbiamo avuto un presidente che ha tolto un posto da extracomunitario e dopo quella sanzione non c'è stata nessuna riforma per migliorare l'aspetto del calcio italiano. Dico da adesso che nei prossimi anni il campionato italiano all'estero sarà venduto come quinto o sesto o settimo prodotto - conclude l'agente di Ibra e Balotelli - Oggi le nostre società vantano un grande budget che proviene dalle televisioni, ma tra 3-4 anni non avranno neanche quest'arma. Tutti dobbiamo muoverci per conservare questo giocattolo senza arrivare al disastro totale"


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