Polemica ADL-Ultras Napoli, la Curva Sud sconfessa il presidente del Napoli su striscioni e tamburi
Fonte: stylo24.it
Nella polemica che va avanti ormai da tempo tra Aurelio De Laurentiis ed il mondo ultras napoletano il presidente azzurro ha voluto usare il tifo organizzato rossonero: secondo ADL la Curva Sud hanno seguito quanto richiesto dal Napoli per introdurre all’interno dello stadio Diego Armando Maradona bandiere e striscioni, pomo della discordia tra il presidente e i tifosi partenopei.
A Stylo24.it ha parlato Marco Pacini, esponente di spicco della curva rossonera, spiegando invece che per la trasferta all’ex San Paolo si siano affidati allo SLO (Supporter Liaison Officer) dell’AC Milan: una figura, che all’interno del Napoli manca, che fa da collegamento tra tifo e società.
Pacini, è vero come riporta la Società Sportiva Calcio Napoli in un comunicato che i tifosi rossoneri presenti al Maradona in occasione di Napoli-Milan hanno seguito la procedura prevista dal club partenopeo per l’introduzione di striscioni, bandiere e materiale per tifare (megafoni, tamburi) all’interno dell’impianto?
"Noi sono ormai anni che ci interfacciamo con il nostro SLO (Supporter Liaison Officer), al quale ci affidiamo per espletare tutta la parte burocratica inerente a tamburi, megafoni, striscioni, bandiere, ecc. ecc. Pratica che è sempre più corposa. La figura dello SLO dovrebbe essere un riferimento per tutta la tifoseria: è colui che dovrebbe gestire tutte le problematiche inerenti al tifoso e, stando a quel che si può vedere sul sito ufficiale del Napoli, non sono indicati né il nominativo né un contatto al quale poter rivolgersi, ma semplicemente un modulo da compilare ed inviare. Probabilmente, se a Napoli nessuno conosce lo SLO, se fino a qualche settimana fa gli striscioni, i megafoni e i tamburi entravano senza problemi, è evidente che qualcuno all’improvviso sta utilizzando un regolamento stadio che non esisteva o che fino ad oggi era rimasto chiuso in un cassetto. Basta andare sui siti delle due società e si intuisce la diversa importanza che le stesse danno al tifoso: sul sito del Milan c’è tutta una sezione dedicata, in cui vengono spiegate bene molte cose inerenti allo stadio. Poi se vogliamo aprire un capitolo sulla bontà di alcuni regolamenti imposti dall’osservatorio, allora entriamo in un vortice senza fine dove certe direttive sfiorano il ridicolo. In primis una tessera che da strumento premiante è diventato troppo spesso un paletto messo a caso nel sistema di vendita, che crea disservizi anche a causa di sistemi informativi che non si parlano tra loro".
Vi siete sentiti chiamati in causa in questa polemica?
"Sicuramente se tutto ad un tratto cambiano le regole o vengono fatte rispettare quelle che già esistevano senza dare opportuna comunicazione ai gruppi, è normale che si arriva ad uno muro contro muro. Il fatto poi di permettere ad ogni società di stilare il proprio regolamento d’uso, con molte differenze tra uno stadio e l’altro, rende il tutto ancora più complicato da gestire. Basterebbe una maggiore comunicazione tra società e tifosi; poi a leggere il regolamento d’uso dello stadio del Napoli c’è da rabbrividire su punti come le dimensioni massime degli striscioni, delle bandiere oppure le limitazioni per le partite UEFA".
A Napoli i rapporti tra le curve e De Laurentiis sono tesissimi a causa del divieto, applicato ad alcuni gruppi, di introdurre materiale per tifare a seguito di alcuni scontri in autostrada. A San Siro come viene gestita la cosa?
"Sono tesi anche a causa del caro prezzi. Troppo spesso società sempre più alla ricerca di entrate per le casse in rosso dei club, finiscono per strangolare i tifosi con prezzi fuori della logica: non abbiamo né gli stadi della Premier League, né gli stipendi dell’Inghilterra, né i campioni che giocano in quel campionato. Mettere una curva (bassa o alta che sia) a 90€, significa non avere rispetto non solo del tifoso ma proprio della persona, che magari si alza tutte le mattine per portare a casa 1000€ e che secondo le folli logiche di mercato dovrebbe spendere mezzo stipendio per portare la famiglia a vedere una partita. Spesso ci si nasconde dietro il fenomeno della violenza nel vedere che gli stadi sono vuoti, la verità è che gli episodi di violenza dentro gli impianti sportivi sono ormai accadimenti rari, mentre i prezzi sono sempre più proibitivi e gli stadi sempre più indecenti: noi, ad esempio, abbiamo pagato 65€ a Lecce per uno stadio che non è sicuramente degno di questo nome. Per quanto riguardo la gestione a Milano, viene mandata ad inizio anno tutta la documentazione allo SLO inerente a striscioni, bandiere, tamburi, megafoni e questa vale per tutte le partite casalinghe del Milan".
I gruppi del tifo organizzato di Milan e Napoli sono storicamente rivali. Nonostante ciò, il settore ospiti rossonero ha solidarizzato con le curve del Napoli nel contestare De Laurentiis. Perché?
"Perché in un anno che per loro potrebbe essere storico, il fatto di vietare il tifo, ostacolando il folklore e andando a colpire quei gruppi che sono sempre stati presenti anche negli anni della C e dei fallimenti, fa capire quanto sia assurda la situazione. E poi perché ogni volta che noi veniamo a Napoli abbiamo problemi che non abbiamo nel resto d’Italia, e che puntualmente la società di De Laurentiis fa di tutto per non risolvere, anzi: l’anno scorso ha lasciato fuori 50 persone tra cui molte donne e bambini, colpevoli di avere acquistato un biglietto ad un altro nome a causa di un sistema di vendita che non riconosceva le tessere, impedendo di fatto l’acquisto ad un tifoso che ne aveva regolare diritto (a questa follia va aggiunto il fatto che il cambio nominativo è concesso in tutto lo stadio tranne che nel settore ospiti)".
È successo anche quest’anno?
"Quest’anno stesso problema con centinaia di persone regolarmente in possesso di TDT, che sono dovute rimanere a casa perché i sistemi di vendita Napoli non riconoscono alcune nostre tessere, poiché emesse da un altro circuito di vendita. In generale ogni volta che veniamo a Fuorigrotta, c’è la sensazione che si vogliano ingigantire i problemi lievi o addirittura crearne di inesistenti, anche quando basterebbe davvero un niente per risolverli. L’auspicio è quello di rivedere curve piene, libere di tifare senza repressione ingiustificata, perché senza il tifo il giocattolo calcio perde tutta la sua essenza, e i due anni di stadi vuoti durante la pandemia sono stata la dimostrazione più lampante".