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Mondiali in Qatar, continua la vergogna: dai 7 agli 11 anni di carcere per chi mostra simboli LGBTQ+

di Manuel Del Vecchio

Continua l'avvicinamento verso la prossima edizione della Coppa del Mondo, che si disputerà in Qatar tra novembre e dicembre 2022, tra ipocrisie e dichiarazioni sicuramente discutibili.

Le ultime che possono essere aggiunte a questa lista sono quelle di Nasser Al-Khater, portavoce della Coppa del Mondo del Qatar, in merito a bandiere e simboli LGBTQ+ (la classica bandiera arcobaleno, ndr) negli stadi qatarioti durante la manifestazione: "Chiunque indosserà la bandiera nei prossimi Mondiali di calcio sarà arrestato per 7 o 11 anni. Il Qatar è un paese islamico, quindi religione, credenze e cultura del posto vanno rispettate".

A queste si aggiungono le dichiarazioni di Mansoor Al Ansari , segretario generale della Qatar Football Association: “Se vuoi mostrare il tuo punto di vista sulla comunità LGBTQ+, fallo in una società dove è accettato”.

Difficile rimanere indifferenti a dichiarazioni del genere, soprattutto se arrivano da chi ospiterà la manifestazione calcistica più importante e in vista del mondo.


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