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Moggi: "Milan, ecco la tua arma segreta"

di Luca Iannone

La Juventus è sempre più la sorpresa di questo campionato. Credevo molto in Conte e nel suo DNA juventino ma non pensavo potesse render così competitiva sin da subito la rosa bianconera. È ormai evidente come i bianconeri siano l'unica realtà in grado di insaporire almeno un poco una stagione che sembra ormai designata sin dal principio, con il Milan destinato a trionfare. Al di là della Coppa Italia, comunque di importanza relativa per quelle che sono le ambizioni di una squadra che ha la necessità di tornare ad alzare trofei pesanti a livello di bacheca, mi è piaciuto valutare come contro il Cesena la squadra abbia dimostrato quei segnali evidenti che contraddistinguono una compagine conscia di essere più forte e vogliosa di dimostrarlo anche sul campo. Era tanto che non vedevo questo genere di determinazione. E che non vengano a parlarmi di rigori o altre eresie, non ci sarebbe stata comunque partita e l'ammissione di Arrigoni a fine match è stata la riprova più concreta.
Una lotta a due che potrebbe trovare nella qualità la propria chiave di volta. La più grande differenza tra la Juve e il Milan è che la squadra di Conte per competere ai massimi livelli deve giocare sempre a 1'000 km all'ora, mentre i rossoneri di Allegri spesso possono puntare anche sulla giocata del singolo. Il livello tecnico di cui dispongono, consente loro di rallentare i ritmi evitando eccessive usure a livello fisico, effetto che unito ad una rosa più ampia e competitiva potrebbe fare la differenza.


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