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MN - Nuovo stadio Milan, Verza: "Dispiace perché San Siro è un simbolo, ma mi rendo conto che bisogna adeguarsi ai tempi"

di Lorenzo De Angelis

Tre anni al Milan, 106 presenze e 17 reti: Vinicio Verza ha fatto parte di un Diavolo che conosceva la Serie B e ha contribuito a rilanciarlo, negli ultimi anni prima dell'avvento di Silvio Berlusconi. In esclusiva per MilanNews.it ci dice la sua sulla squadra attuale.

San Siro fa così paura?
"Le dico che noi persino in Serie B facevamo 70mila spettatori. E in certe partite vedevo degli avversari che entravano nel sottopassaggio e quando entravano in campo avevano già perso la partita, perché si spaventavano. E allora mancava il terzo anello, figurarsi".

Il Milan ora pensa a un nuovo stadio
"Mi dispiace perché San Siro è un simbolo. Dall'altra parte mi rendo conto che bisogna adeguarsi ai tempi che cambiano, al business e quel che gira intorno al calcio".

Nella sua carriera ha vinto tanto: che cos'è per Lei il Milan?
"Guardi, alla Juventus ho vinto scudetti, al Milan solo la Serie B ma le soddisfazioni personali che ho avuto in rossonero sono state impagabili. Sensazioni uniche, quello che mi hanno dato i tifosi e la gente di Milano è incredibile".

Esperienza in rossonero durata tre anni
"Avevo sperato in un contratto a vita chiedendo al presidente Farina di mettere lui la cifra. Mi disse che non pensavano nemmeno di farmi il rinnovo annuale. Ebbi dei problemi con il tecnico di allora, Liedholm, e fui tagliato. Fu una grande delusione che mi ha fatto progressivamente allontanare dal calcio".

Un calcio all'epoca ben diverso da quello attuale
"Non avevo un procuratore, all'epoca facevi il contratto direttamente col presidente. Era un calcio differente, non si possono nemmeno fare paragoni. Ma è cambiato tutto, anche l'alimentazione e i metodi di allenamento. Una volta tutti avevano lo stesso programma, ora ci sono gli allenamenti personalizzati. Una volta andavi in ritiro e dopo quindici giorni giocavi con la Primavera. Ora sfidi già Manchester City e Real Madrid. Non sono di quelli che dicono che prima era meglio, era semplicemente diverso".


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