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MN - Esajas: "Non è Theo il colpevole dell'eliminazione. Per me è una questione tattica: il Milan doveva essere più offensivo"

di Antonello Gioia

La storia di Harvey Esajas, ormai vecchia 20 anni, fece a suo tempo il giro del mondo. La favola del "lavapiatti" (scopriremo che non l'ha mai fatto) che arriva a giocare in quello che era uno dei club più forti in assoluto. Una splendida favola di quelle che fanno bene al calcio e che insegna che non bisogna mai smettere di sognare. Oggi Esajas ha 51 anni, è tornato in Olanda e ha fatto tesoro della sua esperienza in rossonero che, come ci ha raccontato, gli ha aperto gli occhi e dato una missione di vita. Che lo ha portato ad aiutare le persone in difficoltà. Il calcio, invece, è ormai alle spalle.

Ecco un estratto dele sue parole, in esclusiva per MilanNews.it, ai microfoni di Gaetano Mocciaro.

Parliamo di calcio: recentemente c'è stato Milan-Feyenoord, non proprio una partita banale per te
"Ho seguito un po', pensavo che il Milan potesse vincere facilmente. Ma sono stati commessi grossi errori e di conseguenza il club ha mandato in fumo tanti soldi".

L'espulsione di Theo è stata la svolta, in negativo, della Champions del Milan.
"Ma non è lui il colpevole dell'eliminazione, il calcio è uno sport di squadra. Per me è una questione tattica, il Milan doveva essere più offensivo. Il Feyenoord era con tanti assenti, la sblocchi subito. Ma non chiudi la pratica nel primo tempo. E alla fine l'hai pagata".


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