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La terza zlatanata

di Antonio Vitiello
Fonte: di Valentina Buzzi per Sportitalia

Quando il gioco si fa duro, Ibra inizia a guardare. Mano pesante del giudice sportivo per punire la manona dello svedese finita dritta in faccia ad Aronica nel secondo tempo di Milan Napoli. Tre giornate di squalifica, ovvero rossoneri orfani del loro totem contro Udinese, Siena e Juventus, almeno fino al ricorso. Le zlatanata è come una malattia cronica: in certi periodi si attenua ma poi torna a manifestarsi. In rossonero è già la terza volta: l’anno scorso a sei giornate dal termine del campionato, con Inter e Napoli ancora in corsa, Ibra si comportò come un bambino manesco con Marco Rossi del Bari: fuori tre turni, poi ridotti a due, giusto in tempo per saltare il derby. Non un dramma, considerando la reazione di Pato e compagni. Rabbia sbollita? Niente affatto. Appena rientrato in campo a Firenze si beccò altre tre giornate per gli epiteti rivolti all’assistente Nicoletti. L’uomo dello scudetto fuori nello sprint tricolore, ma senza conseguenze proprio come nel 2005, in maglia bianconera. La cravatta a Cordoba lo costrinse a guardare in tv il big match con il Milan. Allora ci pensarono Trezeguet e Del Piero a mettere una pezza. Oggi, a maglie invertite, ci si aggrappa ai precedenti. Ma stavolta non sarà facile rimpiazzare il gigante cattivo vista l’emergenza a centrocampo e in attacco. Allegri non è riuscito a captarne per tempo i sintomi: le critiche per la pessima performance con la Lazio, le pretese contrattuali, le dichiarazioni di Raiola su un possibile futuro merengue. Zlatan ha accumulato e alla fine è esploso. E dire che tutti pensavano che lo svedese avesse superato a suon di gol il periodo nero, quando il massimo dei problemi era la nostalgia delle alci …


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