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La mina vagante

di Pietro Mazzara

“Quasi mezz’ora in Champions League contro il Barcellona equivalgono ad almeno 10 partite da titolare in Serie A”. Con questo commento, condiviso da molti membri della stampa, sono stati giudicati i minuti nei quali Stephan El Shaarawy ha messo in seria difficoltà, con i pochi palloni avuti, la retroguardia dei catalani mandando in visibilio San Siro con un sombrero su Piqué che ha fatto stropicciare gli occhi a tutti. Il Piccolo Faraone sta crescendo, giorno dopo giorno, partita dopo partita. Si è scrollato di dosso, nell’ultimo periodo, quella sensazione di pesantezza mentale più che fisica che lo stava attanagliando in un momento cruciale della sua stagione. Lo abbiamo visto entrare, sia contro la Roma che con i catalani, con gli occhi della Tigre, quelli che aveva ad inizio anno quando, contro l’Udinese, fece esplodere San Siro con il suo primo gol in serie A con la maglia del Milan. Ora, contro il Catania e di nuovo contro gli extraterrestri catalani, la sua qualità e la sua freschezza mentale possono risultare decisive per le sorti della stagione milanista giunta al momento cruciale dove ogni episodio può segnare la strada verso lo scudetto e le semifinali di Champions League. Il rientro di Pato, che dovrebbe avvenire proprio per il ritorno contro il Barça, non gli chiuderà gli spazi perché le gerarchie, in questo periodo, si sono cementificate e lui, il numero 92 rossonero, con quella cresta sempre in ordine, sa di poter dare qualcosa che gli altri non hanno. La carica esplosiva è pronta, spetta ad Allegri togliere la sicura e lanciare questa mina vagante che potrà essere decisiva.

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