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LA LETTERA DEL TIFOSO: "Destinazione paradiso" di Marco

di Antonio Vitiello

"Un viaggio a senso solo, senza ritorno se non in volo". Così cantava Gianluca Grignani qualche anno fa in una canzone che più recentemente è stata rimodellata dalla voce di Laura Pausini, cantante di fede milanista (al contrario del suo collega che invece tifa Inter). Ed è questa la frase a cui ci appelliamo ora, giunti ad un punto cruciale della stagione, nel momento più caldo del campionato e pochi giorni dopo il sorteggio di Champions, una tappa importante nel cammino rossonero di quest'anno. E' vero. Poteva andare meglio. In quell'urna si mescolavano palline che portavano il nome di Apoel, Benfica, Marsiglia e, se vogliamo, anche Chelsea. Tutte squadre abbordabili e ampiamente alla portata della corazzata di Allegri. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Tutto, ma non il Barça. A detta di tutti, la minaccia catalana era quella che più di ogni altra si doveva evitare, anche più di Real e Bayern. Ma è andata così e non c'è tempo per recriminare. A Nyon la dea bendata era sed
uta molto lontana dal tavolo rossonero. Tuttavia non bisogna perdersi d'animo. Già nel girone eliminatorio i ragazzi hanno dimostrato di poter mettere in serie difficoltà i marziani di Guardiola e, paradossalmente, proprio dalla sfortuna si può tirar fuori un grande vantaggio, per proseguire quel viaggio europeo "senza fermate né confini, solo orizzonti neanche troppo lontani...". E quegli orizzonti, quell'orizzonte, neanche poi così lontano, si chiama Monaco, si chiama Allianz Arena, il teatro tedesco che a maggio ospiterà la finale della coppa dalle grandi orecchie. E' quello l'obiettivo più ambito, il sogno di tutte le otto squadre rimaste in gioco. Certo, per chi ha pescato il Barcellona è leggermente più azzardato sperare in un viaggio senza fermate ma, d'altra parte, anche in Catalogna non sono tanto contenti di aver ritrovato la squadra che qualche mese fa a San Siro li aveva costretti a sudare per portar via una vittoria neanche tanto meritata. La stessa squadra che,
  ancor prima, a settembre, aveva strappato al Camp Nou un pareggio che, a sua volta, non aveva meritato più di tanto. Non sono tanto contenti, in pratica, di aver pescato il club più titolato al mondo. Per questo l'orizzonte bavarese non deve apparire tanto come un miraggio, ma per lo meno come una speranza. La speranza che per due settimane il Milan sarà pronto a farci vivere altrettante notti da Milan, quelle in cui San Siro si illumina di stelle rosse e nere che abbagliano gli avversari al suono della tanto amata musichetta di Champions. Le notti in cui, anche lontano da casa, il Diavolo si mette l'abito europeo e lotta per rimpolpare una delle tradizioni più ricche e invidiate dal punto di vista continentale. La speranza che, per una volta o due, Messi e compagni scendano da Marte e tornino a parcheggiare le loro navicelle sulla Terra. Perché, si sa, oltre alle proprie forze, in questi casi ci vuole un pizzico di fortuna. Certo, si spera che non si tratti della stessa fo
rtuna che nel giro di pochi mesi, tra girone e quarti, ci ha fatto incontrare per ben due volte la squadra più forte al mondo (e forse di sempre)... Ad ogni modo, tra pensieri, paure e speranze varie, ancora tra le note di quella canzone di qualche anno fa, "noi ci prenderemo il nostro posto, e il Milan seduto lì al nostro fianco ci dirà... Destinazione Paradiso!"

Marco Romano


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