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La figlia di Ancelotti: “Con Gattuso non parla più. Nello spogliatoio si trasforma”

di Andrea La Manna

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Katia Ancelotti, figlia del grande allenatore Carlo, ha parlato di sé e della carriera del padre, raccontando anche degli episodi curiosi. Ecco un estratto sui tempi principali. 

Ha vissuto il calcio da piccolissima: dalla Reggiana, del Milan e poi delle grandi piazze europee. Lo trova cambiato? "È diventato un business a tutti gli effetti ma a ben guardare è rimasto uguale: tutto ruota attorno alla passione del tifoso, all'emozione che una partita di calcio a qualsiasi livello regala. Ancora oggi è questo che tiene in vita la baracca"

Non è cambiato, nonostante sia l'allenatore più titolato d'Europa? "Macchè. Naturalmente si è evoluto nel suo lavoro ma come persona resta quello di sempre: il semplicione che mangia male, veste così così, non sa guidare bene e non mi ascolta. Ecco, questa è un'altra cosa di lui che detesto".

È davvero così come appare: non si scompone mai? "In campo e nello spogliatoio succede, dicono. Mio fratello Davide e mio marito Mino raccontano di sfuriate pazzesche, una versione di papà a me sconosciuta. Vorrei vederlo nella vita così, ogni tanto".

Con Gattuso ha chiarito? Gli subentrò a Napoli dopo l'esonero senza dirgli nulla. Erano molto amici.

"Non si sono più sentiti, né visti. Papà ci è rimasto male e non fa finta di niente. Rino non lo ha mai più chiamato, probabilmente si rivedranno al Mondiale, ci auguriamo tutti che l'Italia ci vada. Sarebbe bella una finale Brasile-Italia, l'ultima c'era stata nel 1994, papà era il secondo di Sacchi. Gattuso dov'era?!".

Tutti i suoi ex calciatori lo amano? "Mai sentito un commento negativo. Eppure dai racconti che ricevo quando si arrabbia è terribile. Di papà resta impressa la persona".


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