Jashari racconta l'infortunio: "Doveva esserci questo stop nel mio viaggio al Milan, ma non è stato il massimo"
Intervistato dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, il centrocampista del Milan Ardon Jashari ha parlato delle soddisfazioni che in questa prima parte della sua esperienza in rossonero non è riuscito a togliersi per via del brutto infortunio al perone che l'ha tenuto lontano dal campo per un po' di tempo. Non solo, ha anche dimostrato il desiderio di mostrare quello che vale e spera di riuscirlo a fare già da stasera contro il Napoli.
Jashari, come si sente adesso?
"Mi sento molto molto bene e l’infortunio fa parte del passato. Negli ultimi due mesi ho lavorato molto in allenamento e non ho avuto mai problemi. Neppure nell’amichevole giocata durante la sosta per le nazionali (con l’Entella, ndr) o in Coppa Italia contro la Lazio. La gamba non mi dà più fastidio e sono felice di questo".
L'infortunio in allenamento il 27 agosto non ci voleva.
"Onestamente, dopo un’estate nella quale la trattativa per il mio arrivo al Milan era stata lunga, avere un problema del genere non è stato il massimo. Lavoravo da tre settimane con la squadra, stavo crescendo e credo che chiunque al posto mio non sarebbe stato felice. Sfortuna... Nel calcio capita. Volevo essere in campo per aiutare la squadra e far felici i tifosi, ma non è stato possibile. Nella vita però tutto ha una ragione: vuol dire che doveva esserci anche questo stop nel mio viaggio qui al Milan".
Chi l’ha aiutata di più?
"Tutti al Milan mi hanno scritto e mi hanno fatto sentire importante: i compagni,lo staff, l’allenatore, i dirigenti... I primi tre giorni sono stati difficili dal punto di vista mentale, ma dopo ho avuto la possibilità di andare a trascorrere qualche settimana con la mia famiglia, a Zug. Con un osso rotto non potevo allenarmi e trascorrere un po’ di tempo con i miei genitori e i miei amici, senza però dimenticarmi di fare la fisioterapia mi ha aiutato: non ho pensato molto all’infortunio e mi sono rasserenato".