Inzaghi: "Ecco perché ho smesso col calcio giocato, però mi manca San Siro"
Il quotidiano spagnolo El Paìs propone una lunghissima intervista a Filippo Inzaghi nelle vesti di nuovo allenatore degli allievi del Milan. "Sto vivendo questa nuova avventura come se fosse un reality. E' bello insegnare ai ragazzi, vederli crescere giorno dopo giorno e insegnargli quello che ho dentro. Prima eravamo più maturi, ora computer, Facebook e poco calcio nei giardini... il calcio per strada ti sveglia", esordisce Superpippo. "Per molti so di essere Inzaghi, e per me è una grande responsabilità, voglio essere preparato a qualsiasi domanda. La vita senza il campo? Sapevo che sarebbe stata dura, ma il Milan, l'aver calpestato ancora il campo e l'attenzione mediatica mi hanno aiutato. Però solo quando ti guardi indietro capisci quello che hai fatto. Ringrazio la gente, che ancora oggi mi ferma per strada per ringraziarmi per ciò che facevo. Ci sono riuscito con l'umiltà e la volontà. Perché ho smesso? Avevo delle offerte, come per esempio quella del Granada, il cui presidente venne a trovarmi a Formentera. Ma questa era un'opportunità troppo grande, il Milan è il Milan. Ho lasciato segnando un gol in uno stadio che piangeva per me. Purtroppo non ho avuto la possibilità di continuare nel Milan, quindi era giusto smettere. In Italia non avrei potuto indossare un'altra maglietta, mentre all'estero avrei dovuto lasciare la mia famiglia. Ora penso al mio nuovo mondo, voglio essere un educatore più che un allenatore. Cosa è cambiato? Adesso vivo a Milano, prima stavo vicino a Milanello per vivere di calcio senza distrazioni. Ora posso andare in giro e avere meno pressioni sul cibo! Però mi manca San Siro. Ricordi? La notte di Atene, fu la mia notte. E il 2007, con 5 gol in 3 finali. Non ci sono riusciti neanche Messi e Ronaldo. Il giocatore con più classe con cui ho giocato? Kaka. Miglior difensore? Maldini, Nesta, Ferrara, Montero... Prima c'erano grandi duelli fra attaccanti come Crespo, Batistuta, Vieri, Montella, Chiesa contro Cannavaro e Maldini, adesso no forse per colpa del Barcellona che ha lanciato la moda di giocare senza 9. Gli idoli? Van Basten e Rossi. Il fiuto del gol? L'ho sempre avuto, non si può insegnare".