Il ruggito del capitano
Per la serie, non si diventa capitani per caso...Massimo Ambrosini ieri sera, durante l'esaltante vittoria del Milan ad Udine, ha offerto una grande prova di forza e di attaccamento alla maglia, risultando di gran lunga il migliore in campo, insieme naturalmente ai goleador di giornata El Shaarawy e Maxi Lopez. E proprio nel momento più duro e difficile dell'intera stagione rossonera (in svantaggio per 1a0 e con la Juventus potenzialmente lontana 7 punti n.d.r.) , il centrocampista pesarese ha dato una grande risposta a tutti quei detrattori e "geni del calcio...parlato" che lo avevano ingiustamente ed esageratamente criticato dopo la sconfitta di mercoledì in Coppa Italia contro la Juventus, attribuendogli le colpe per il secondo goal di Caceres e per la sconfitta. Ma, il capitano rossonero, degno erede della stirpe dei Rivera, Baresi e Maldini, ha ancora una volta fatto capire cosa significhi essere leader...leader in campo e fuori...leader d'esperienza, che con la sua carica agonistica e con la sua generosità, ha mandato un messaggio chiaro ai compagni e a tutto l'ambiente. Il Milan c'è, non molla e nonostante le innumerevoli difficoltà, lotterà fino alla fine per cercare di vincer tutto. Del resto, per uno che con quella giocata ieri, ha indosssto la maglia rossonera per 453 volte (con 36 reti n.d.r.), non gli manca di certo il coraggio di metterci sempre la faccia e di presentarsi nel post partita ai microfoni e ai taccuini dei giornalisti. "Se vogliamo vincere qualcosa d'importante -ha dichiarato il numero 23- non possiamo più sbagliare, e già da stasera (ieri n.d.r.) contro un avversario ostico ed imbattuto in casa, abbiamo dato un'enorme dimostrazione di forza. Bisogna inoltre dare continuità alle prestazioni e cercare di abbinare a questa grande prova di carattere anche quella di gioco, ma, sono convinto, che con il rientro dei tanti compagni infortunati, anche il gioco del Milan migliorerà".