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Il rientro del "nuovo" Tevez

di Antonio Vitiello
Fonte: di Matteo Ronchetti per Sportitalia

Eccolo di nuovo Carlitos, pronto ad atterrare finalmente su suolo inglese, stavolta, forse, con intenti pacifici. Non parla di mobbing, di cause e risarcimenti. Ma non arriverà a mani alzate, la resa non è certamente nel suo carattere. Si metterà a disposizione, certo, nella speranza di tornare presto a giocare, Roberto Mancini permettendo, però sa che il suo futuro al City sarà, probabilmente, solo con la squadra riserve. L'aria di San Valentino non li ha addolciti più di tanto. Il tecnico jesino, con il pieno appoggio del club, ha prima chiuso le porte in faccia all'argentino (“con noi non giocherà più”, ha detto), poi teso la mano al giocatore, che – fiutata la contraddizione – ha risposto allo stesso modo, incensando l'allenatore, definito un vincente, poi ricordando a tutti le bugie del Mancio e la lunga serie di screzi fra i due, venuti più volte anche alle mani, prima e dopo l'insurrezione di Champions quando il giocatore si rifiutò di scendere in campo nel finale di gara con il Bayern. Carota e bastone anche per i tifosi. Si passa infatti dal “Voglio tornare a vincere per loro”, al “Non mi piacciono più”. D'altra parte Carlitos è rimasto ferito dai fischi dei fan e dalle magliette bruciate con il suo nome. Anche questo ha incrinato il suo amore per il City che voleva lucrare parecchio sulla sua cessione, per cui trovare un intesa con il Milan è stato impossibile. Insomma la frattura con il mondo Citizens rimane evidente. Gli estremi per un'altra tregua armata ci sono ancora. D'altra parte, in America, se dici Apache pensi subito all'elicottero da guerra per eccellenza, il più efficace e il più usato dagli anni 70. L'unico che potrebbe arruffare il ciuffo perfetto del Mancio.


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