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Il Milan perde a Bologna. Polverosi sul CorSport: "Lezione di Italiano"

di Lorenzo De Angelis

Il Bologna vince contro il Milan e lo condanna ad un finale di stagione ancora più complicato, considerato il fatto che le speranze Champions per i rossoneri si sono affievolite ancora di più dopo ieri sera. Sulla partita del Dall'Ara ha detto la sua anche il collega Alberto Polverosi sfruttando le colonne de Il Corriere dello Sport. 

"La stava perdendo in contropiede, in un modo poco italiano, ma molto Italiano. E l’ha vinta nella stessa maniera, non all’italiana ma alla Italiano. Anzi, l’ha stravinta, conquistando ancora una volta tutto il Dall’Ara, pieno ed entusiasta, grato a una squadra che sta impressionando ogni volta di più. Una squadra vera. Quando si parla di questo allenatore bisogna mettersi d’accordo in principio: ti piace un calcio aggressivo che, tenendo la difesa alta, aiuta la squadra a recuperare palla nella metà campo avversaria con i difensori centrali (Beukema ha fatto un finale di primo tempo da centrocampista puro) e che così arriva più facilmente in zona-gol? Allora ti piace il calcio di Vincenzo Italiano. O al contrario: ti fa dannare una squadra che prende gol in contropiede con la difesa vicino alla linea di metà campo e che difende quasi sempre in parità numerica? Allora non guardare le partite di Italiano. Ieri sera, però, questo calcio organizzato, di grande pressing, basato sulla tecnica collettiva, sulla compattezza e sul dinamismo, sulla volontà, sul coraggio e sul temperamento, è stato una lezione per Conceiçao che guida un Milan allo sbando, incapace di creare squadra, fragile dentro e ricco solo quando si accendono i singoli come è capitato in occasione del gol di Leao. Basta vedere la morbidezza con cui i rossoneri hanno difeso sulla rete di Leao, nata da una rimessa laterale in piena libertà.

L’allenatore ha capito soprattutto il momento dei cambi. Come si dice oggi, ha letto la partita, o meglio, le tante partite che si stavano giocando in questi 90 minuti. Ha visto che le distanze si allungavano e ha piazzato i suoi uomini freschi, Cambiaghi, Odgaard, Pobega. E’ stata la svolta, Conceiçao non ha saputo rispondere, e il Bologna ha rimontato e conquistato il sesto posto in solitaria, staccando il Milan e sorpassando la Fiorentina. Oggi sarebbe in Europa League. 
Il lato debole del calcio di Italiano si è visto solo due volte. La prima dopo 23 secondi, quando i rossoblù hanno rischiato di incassare il gol-lampo e hanno ringraziato la mira sballata di Gimenez. La seconda dopo 43 minuti: lancio di Maignan, spizzata di Gimenez su Casale, attacco di Leao che a campo aperto (anzi, spalancato) è scappato a De Silvestri come sarebbe scappato alla stragrande maggioranza dei difensori di Serie A, e Milan davanti. Ma già in quel primo tempo, meglio il Bologna dentro una partita tesa, dura, ruvida, a tratti cattiva che Mariani ha volutamente evitato di ammorbidire. Se le davano in campo, però senza esagerare. Meglio il Bologna soprattutto con Dominguez, il gioiello di casa: saltava secco Jimenez, suo controllore e creava occasioni da gol. Ne ha sbagliate una grossa pochi minuti prima della zampata di Leao. Benjamin da una parte, Ndoye dall’altra, era sui lati che Italiano stava costruendo la sua grande vittoria. 
E ancora meglio nel secondo tempo, quando ha preso il Milan alla gola, alzando ritmo, intensità e aggressività. Il recupero-palla del Bologna era immediato, i rossoneri soffocati. Il pareggio è arrivato con una carambola ma era stato annunciato da una forte pressione rossoblù. Almeno per il primo tempo, Conceiçao aveva preparato questa partita, sapendo che uno scattista come Leao poteva attaccare la difesa rossoblù alle spalle. E’ successo così, ma solo in una occasione perché il Bologna ha talmente aumentato la velocità del suo pressing che il Milan ha faticato a capire cosa stesse accadendo in campo. La stessa fatica che facciamo noi a comprendere l’insistenza del tecnico portoghese sul fumoso Joao Felix.  

Per il Milan è crisi. In una settimana è uscito dalla Champions e in campionato ha perso due partite di fila, prima Torino, ora Bologna. L’ottavo posto suona come una condanna per l’allenatore, per la squadra, per Ibrahimovic. Sei punti dalla Lazio, otto dalla Juventus, com’è lontana Riyad...".


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