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IL 2011 DI ROBINHO - La rete di Brescia allo scadere per arrivare allo scudetto, ma anche tanti gol sbagliati. Un acquisto all'ultimo per decretare il Milan Campione d'Italia

di Alberto Vaneria

Una pedina fondamentale per il Milan di Allegri è senza dubbio Robinho. Il numero 70 è diventato uno dei giocatori più importanti nello scacchiere d’attacco, tant’è che spesso e volentieri il tecnico toscano lo preferisce allo stesso Alexandre Pato. Uno degli artefici della conquista del titolo è senza dubbio lui: è infatti suo il gol contro il Brescia all‘82esimo minuto che praticamente dà il tricolore in una partita che fino a pochi minuti dalla fine aveva visto il Milan in difficoltà. Nonostante sia molto criticato per sbagliare le palle gol che spesso e volentieri gli si presentano, durante la stagione 2010/2011 il brasiliano ha messo a segno ben 14 reti in campionato in 34 presenza e una contro il Bari in Coppa Italia. Ma non solo gol: importante assist-man per i compagni che sfruttano la velocità del brasiliano che con la sua agilità manda in subbuglio le difese avversarie. Ma Robinho non è solo campo: fuori dal rettangolo verde dichiara amore per il Milan. In una recente intervista ha affermato di voler rimanere al Milan per altri 10 anni. Ma chi è il partner d’attacco ideale per il numero 70? Tutti e nessuno. Forse sarebbe meglio dire Ibrahimovic, ma l’intesa con lo svedese è qualcosa di scontato dato che tutti possono far bene a fianco dello svedese. Pato può sfruttare al meglio le incursioni di Robinho che permette al Papero di inserirsi e liberarsi, facendosi trovare così a tu per tu davanti al portiere avversario. C’è chi lo ama o chi lo odia: non ci sono mezze misure. Le sue scorribande sulla trequarti d’attacco sono da capolavoro, ma sottoporta, in alcune occasioni, i tifosi rossoneri si sono messi le mani nei capelli. Gol sbagliati e che potevano essere decisivi al fine del risultato, vedi quello a due centimetri dalla linea di porta con il Barcellona a San Siro: una lunga serie iniziata solo nel 2010 con un gol sbagliato all’Amsterdam Arena contro l’Ajax. Arrivato negli ultimi giorni di mercato ha saputo dare quella spinta che al Milan mancava. Allegri lo usa ad intermittenza, ma quando Pato non sta bene il 70 illumina San Siro già dai primi minuti di gara. Un altro brasiliano che si va ad aggiungere alla lunga lista dei verdeoro che il Milan ha saputo accogliere negli anni e che tutt’oggi detiene. E proprio Robinho è l’ultimo di questi, preceduto solo da Thiago Silva, Ronaldinho e Pato. Ronaldinho appunto: dall’80 al 70, il passo non è più lungo della gamba. I due, in questo 2011, non hanno mai giocato insieme:  Menezes non convocò il Gaucho per la Copa America, in cui Robinho, con un’insolita cresta, non brillò insieme al suo Brasile. Un giocatore importantissimo, ma con un po’ più di lucidità può diventare indispensabile per il Milan targato Allegri. 


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