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I tre sassolini del Pazzo

di Antonio Vitiello
Fonte: di Matteo Ronchetti per Sportitalia

Robe da Matti, anzi da Pazzi. Una tripletta Pazzesca. Pazzo Milan. Sbrigati gli obbligatori e noiosi giochi di parola, in attesa di altri neologismi resta solo lo stupore di fronte al terzo hat-trick in carriera di Gianpaolo Pazzini. Il primo arrivato con la maglia dell’Under 21 nel giorno dell’inaugurazione del nuovo Wembley, il secondo il 21 novembre 2010 al via del Mare di Lecce con la maglia della Sampdoria. Nel suo debutto da titolare col Milan ecco invece servito il terzo, nel nome di Filippo Inzaghi, cui Galliani già lo accosta. In effetti, in tutti e tre i gol c’è sempre un po’ di Superpippo. Il modo in cui si procura il rigore, poi realizzato, non può non ricordarlo, così come l’opportunismo in occasione del raddoppio. L’uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto. Vi ricorda qualcuno? E poi il terzo sigillo. Ancora una volta si trova in traiettoria, ancora una volta ci mette lo zampino, stavolta più raffinato. La miglior risposta all’assist di Cassano per Milito contro il Pescara, il miglior modo per presentarsi, per farsi rimpiangere e per rinverdire gli interrogativi su chi fra Inter e Milan abbia fatto l’affare. Nel tris del Dall’Ara c’è dentro tutto, pure il senso di rivalsa per essere stato sedotto e abbandonato, trascurato. Tre gol, tre sassolini da togliersi subito dalle scarpe, per cominciare il cammino rossonero un po’ più leggero…


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