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Filippo Galli: “I giovani di oggi sono meno resilienti di quelli di ieri”

di Nicholas Reitano

Ex responsabile del settore giovanile del Milan, collaboratore FIGC e SGS per lo sviluppo del calcio giovanile e coordinatore del corso FIGC per responsabili di settore giovanile. Filippo Galli, calciatore che in carriera ha vinto cose come 5 scudetti, 4 supercoppe italiane, 3 Champions League, 3 supercoppe europee e 2 coppe intercontinentali, si è raccontato a La Giovane Italia.

Ha svolto tutta la trafila nel settore giovanile del Milan, quel vivaio che poi ha riaccolto da responsabile dopo la sua esperienza da calciatore. Quali differenze ha notato nei giovani di oggi rispetto a quelli della sua generazione?
“Indubbiamente il contesto è cambiato, quello della società in generale e di conseguenza anche quello inerente il mondo del calcio. I ragazzi di oggi sono i figli della modernità e noi non dobbiamo opporre resistenza, piuttosto bisogna accogliere il cambiamento e accompagnare i giovani nella direzione giusta. A 38 anni, quando andai a giocare in Inghilterra, al Watford (stagione 2001-2002, ndr), negli spogliatoi si ascoltava musica a tutto volume, per me qualcosa di inconcepibile. Io avevo bisogno di silenzio per concentrarmi, ma mi sono adeguato a quello specifico contesto. Se priviamo i nostri ragazzi di vivere la modernità faremmo loro un torto; lo ha detto anche Gennaro Gattuso, c’è la necessità di fare un passo verso i giocatori e non alzare un muro. Forse la mia generazione era più resiliente, davanti le difficoltà si trovavano risorse per uscirne, nei giovani di oggi questo viene meno, anche perché faticano nel trovare figure di riferimento”.


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