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Dopo Damato, ecco Rizzoli: e il Milan sarebbe aiutato?

di Salvatore Trovato

Dopo la premiata ditta Damato-Maggiani, ecco il capolavoro di Rizzoli (giudicato il miglior arbitro italiano, ndr). Secondo rigore negato ai rossoneri nel giro di quattro giorni, sempre sul risultato di 0-0. A conti fatti, dunque, sono decisioni che pesano sull’andamento dei due match: i penalty vanno poi trasformati, questo è vero, ma la possibilità di sbloccare il risultato dagli undici metri, soprattutto quando le partite sono bloccate, è un fattore che avrebbe potuto riscrivere le sfide di Roma e Milano.
E invece, nel corso del primo tempo di oggi, il direttore di gara non concede la massima punizione ai padroni di casa, dopo un evidente fallo di Gargano su Robinho:  il fischietto della sezione di Bologna, con ogni probabilità, giudica lieve il contatto tra i due giocatori, sorvolando, dunque, sul calcione del centrocampista uruguaiano, che colpisce vistosamente il polpaccio dell’attaccante milanista. Fattaccio, questo, che fa coppia con la mano di Dias in Lazio-Milan, non vista dal signor Damato, il quale, addirittura, su suggerimento dello sciagurato assistente Maggiani, trasforma il tocco del difensore biancoceleste in un inventato fallo di El Shaarawy.
Episodi, questi ultimi, che smentiscono con i fatti chi parla, anzi, blatera - perdendo varie occasioni per tacere! - di un Milan sempre aiutato dagli arbitri. Qualcuno ha forse dimenticato, ad esempio, la partita di Firenze, con i rossoneri danneggiati (rigore netto e gol annullato) dal primo all’ultimo minuto di gioco. Gli errori, insomma, al termine del campionato si compensano, scontentando tutti. Altro che vantaggi, altro che favoritismi: chi dice il contrario, è in cattiva fede.
Tornando al match di oggi, poi, all’espulsione di Ibrahimovic (sacrosanta), avrebbe dovuto far seguito anche quella di Aronica, che, dopo lo schiaffo ricevuto, colpisce a sua volta Nocerino, senza tuttavia ricevere alcuna sanzione.
 


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