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Donati: "Stephan era fenomenale già da piccolo, la Juve se l'è fatto soffiare"

di Giada Niniano

Dionigi Donati, il primo allenatore del giovane fenomeno rossonero Stephan El Shaarawy, soprannominato " Il Faraone", osservato anche dal Manchester United e che ora probabilmente rischia di essere rimpianto anche dalla Juventus, in un'intervista rilasciata a Secolo XIX, dichiara: "Era fenomenale, un anno ha segnato 132 gol. A 6 anni, ti faceva vincere le partite da solo, e, già a 10, faceva numeri che non si vedono neanche in Serie A. In trentadue anni da allenatore non ne ho mai visto uno così. Stephan aveva nove anni, e a ogni partita se ne inventava una. I club più forti iniziavano a seguirlo, ma lo sognavo in bianconero. Ho chiamato degli osservatori della società e gli ho detto: “Guardate che qui c’è un fenomeno, non fatevelo scappare”. E invece la Juve se l’è fatto soffiare. Hanno tentennato, dicevano che era ancora troppo piccolo, che era troppo presto e poi non si sono più presentati. E probabilmente si saranno anche pentiti. Quando penso che qualche anno fa era sui campi polverosi, a correre dietro un pallone con me che lo sgridavo, mi pare un sogno. Ero davanti alla TV guardando Milan-Cagliari, e a ogni gol del mio Faraone esultavo e mi commuovevo. Uno sfegatato juventino come me che gioisce per il Milan: assurdo".


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