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Diddi: "Milan, sbagliate le uscite in pressione. Leao non ha sacrificio, Gabbia in ritardo su Dybala"

di Manuel Del Vecchio

Luca Diddi, ex match analyst dell'Hellas Verona, ha parlato della prestazione di ieri sera del Milan contro la Roma in un video sul canale YouTube di Carlo Pellegatti. Questi i suoi pensieri e le sue considerazioni.

Cos’è che non è andato? È bastato El Shaarawy sulla fascia per sconvolgere tutti i piani del Milan? “Gli errori nel primo tempo sono stati molteplici, a partire da una prima pressione sbagliata, volendo giocare in una certa maniera senza giocatori che in quella maniera ci sanno giocare rispetto ad altri. Non puoi giocare in determinate maniere senza giocatori adatti. Mi sono accorto che al di la della prima pressione sbagliata nel primo tempo, dove Rafa Leao si occupava di Smalling e lasciava Celik ed El Shaarawy soli contro Theo Hernandez. Su quella scalata lì ci doveva andare Reijnders ma ovviamente c’era anche un centrocampo a tre… Cosa succede poi con Dybala che mi arriva quasi da trequartista? Si formava una superiorità numerica anche in mezzo. E la Roma riusciva ad avere questa doppia superiorità semplicemente con una pressione sbagliata di Leao che andava su Smalling, a mio avviso senza ragione perché impostava Mancini, con Paredes che veniva dentro a ricevere palla. Non capisco la fase di prima pressione di Leao su Smalling. Oltre a questo c’era un continuo ritardo di Gabbia su Dybala. Ovviamente si torna al discorso di prima: se gioco con Tomori ha l’aggressività, la pressione in avanti… Mi va bene giocare così. Ma con Gabbia che non ha quelle caratteristiche allora dovrei cambiare il modo di difendere. Una delle varianti del Milan in tutta la partita è stato il continuo ritardo in pressione alta di Gabbia su Dybala.

Gabbia non è Tomori. Leao saltato, Theo che è in due contro uno, Gabbia che non accorcia e si creano tre situazioni critiche per il Milan. E questo è stato il primo tempo, le criticità sono state date da queste situazioni. E in questo ha sofferto Bennacer, che non sapeva da che parte andare. Reijnders si trovava in difficoltà perché doveva uscire su Celik, ma c’era anche Cristante che stava basso: il numero 14 doveva scegliere se andare da uno o dall’altro. Dybala stava nel mezzo e non sapevano come andare a prenderlo. Se c’era Tomori ci sarebbe stata un’altra situazione. Leao su Smalling non l’ho capito sinceramente. Doveva stare più largo ma per un tempo ha fatto così: nel secondo tempo infatti Leao è stato più largo su Celik, Loftus-Cheek era su Smalling e hanno cambiato le uscite. Leao non te la può fare tutta quella situazione e quella copertura di fascia. Meglio che nel primo tempo, ma Leao non può fare quell’uscita: si arriva all’episodio in cui Maignan va a riprendere Leao per aver perso palla e non aver rincorso l’avversario. È l’atteggiamento di uno che non vuole fare quella fase, non la riesce a fare. Non ha il sacrificio purtroppo”.


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