.

Dalla Bona confessa: “Andare al Milan un errore, ma era difficile dire di no”

di Andrea La Manna

In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista tra le altre di Milan e Chelsea, Samuele Dalla Bona, ha raccontato tutte le tappe più importanti della sua carriera e di alcune decisioni che ha preso nel corso degli anni. In particolare ha parlato anche della sua breve parentesi al Milan della quale, a posteriori, si è pentito. Vediamo nel dettaglio le sue parole:

Difficile dire no al Milan di Ancelotti - "Braida mi anticipò alle 11 che sarebbe stato a Stamford Bridge per Chelsea-Fulham. Spinto dalla famiglia, dall’agente e dagli amici, accettai". 

Solo 16 partite, però. Cosa andò storto? - "La sfida col Real, giocata da titolare al Bernabeu, mi segnò. Giocai un tempo, e male. Ancelotti mi schierò esterno destro, di fronte avevo Roberto Carlos che andava a tremila. Presi un giallo dopo un quarto d’ora e poi uscii. Era un test. Se l’avessi passato, allora ok, avrei continuato. Purtroppo, il calcio italiano è questa roba qui. Vieni giudicato subito". 

Qualche anno fa disse che il calcio italiano le faceva "schifo" - "Magari ho esagerato, ma ciò che gira intorno a questo mondo è nocivo, dannoso. Qui un giorno sei scarso, un altro sei il migliore. E questo sì, fa schifo". 

Nel 2003 fu campione d’Europa - "Vidi la finale con la Juve dalla tribuna. Ricordo una discussione tra Inzaghi e Sheva durante la rifinitura, si presero a male parole. Maldini si avvicinò e gli disse di fermarsi. Un capitano vero, mi ha sempre messo un po’ di soggezione, dico la verità. Pippo, invece, era un cannibale: prima della finale provò i movimenti da solo in un campo da golf". 


Altre notizie
PUBBLICITÀ