Corriere della Sera - Pazzini ridà al Milan coraggio in una fase cruciale
Alberto Costa, nel suo pezzo per il Corriere della Sera, inquadra così il passaggio di Giampaolo Pazzini al Milan sia a livello tecnico che ambientale: "Dopo i mesi del Fenomeno sempre oltre le righe, al Milan sono i giorni della normalità di Pazzini. Discreto e non invadente, diretto e mai con la mano davanti alla bocca, consapevole di doversi ricostruire un’immagine e non convinto di essere una reincarnazione di qualche divinità del calcio. Il Pazzo se n’è andato da Bologna con il pallone della partita autografato dai compagni (e chissà se ha chiesto la firma anche ad Agliardi, l’unico capace di servirgli un vero assist) e questa sua terza tripletta dopo quelle di Wembley (3-3 con la Under 21 contro gli inglesi il 24 marzo 2007) e di Lecce (successo della Samp per 3-2 il 21 novembre 2010) è tutto grasso che cola. Perché dà una mano al Milan, gli consente di prendere coraggio in una fase cruciale della stagione, con una squadra rinata dalle ceneri di quella smantellata in estate (copyright by Massimiliano Allegri) e dunque bisognosa di cure, di fiducia e anche di un po’ di buona sorte visto che pure Boateng (frattura del dito di una mano, oggi sotto i ferri) è finito al tappeto. Il Pazzo ha restituito al popolo rossonero la figura del rapinatore d’area, del rapace che nidifica sotto porta, dopo che, lentamente, si erano perdute le tracce di Pippo Inzaghi. Il Pazzo non è un fuoriclasse ma è uno che se il portiere decide di farsi una pennica lui lo sveglia a modo suo. Il Pazzo ovviamente non è Messi o Cristiano Ronaldo e non è neppure Falcao, però con un colpo di tacco è capace di trasformare il destino di un tiro scontato".