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Condò: "Nkunku e la voglia ritrovata nella ripresa dopo un altro primo tempo sconcertante"

di Enrico Ferrazzi

Sulle pagine del Corriere della Sera, Paolo Condò ha commentato così la vittoria di ieri del Milan contro il Torino: "Il Milan ha firmato con lettere scarlatte il modulo di iscrizione alla corsa scudetto. Era la serata per farlo, visto che le due squadre universalmente considerate migliori — Napoli e Inter — s’erano appena elevate dalla mischia con prestazioni di qualità, e il Milan ha scelto un modo che sottintendesse il suo status di terzo incomodo, meno forte ma più cattivo, non a caso le due migliori le ha già battute. Riemergere alla luce dopo essere precipitati due piani in fondo al pozzo non è impresa da tutti. 

Il Milan è sopravvissuto alla falsa partenza trovando con Rabiot il gol della domenica che gli ha impedito di non crederci, ma il Toro è squadra che agli alti regimi funziona (ha battuto Napoli e Roma), semmai è ai bassi che il suo motore si spegne. Ci voleva qualcosa di più, e Allegri l’ha trovato in panchina dove il suo fragilissimo campione Pulisic — si metta la maglia di lana, stiramenti e botte gli hanno già tolto abbastanza partite per perderne altre influenzato — ha trasformato l’attacco. 

E qui va sottolineata la voglia ritrovata nella ripresa da Nkunku dopo un altro primo tempo sconcertante. Stiamo parlando di un attaccante che nei due anni al Lipsia (21-23) segnò 50 gol complessivi e che ieri ha perso la palla che ha portato al 2-0 del Toro dopo un contatto con Tameze. Nei due campionati che ha frequentato di recente, Bundesliga e Premier, non si sarebbe mai sognato di chiedere fallo per quel contatto. Ieri è rimasto a terra a protestare finché il contropiede di Vlasic — diretto verso Zapata — l’ha fatto uscire dall’inquadratura. Qualcuno all’intervallo deve averglielo fatto notare". 
 


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