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Conceiçao: "I giocatori al Milan non mi hanno mai tradito. Anzi, erano con me!"

di Lorenzo De Angelis

Intervistato dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore del Milan Sergio Conceiçao, oggi all'Al-Ittihad, in Arabia Saudita, ha raccontato un po' dei burrascosi mesi vissuti in rossonero, dalla vittoria della Supercoppa proprio a Riad all'esonero al termine della scorsa stagione, dove non sarebbe stato supportato al massimo da chi lo ha scelto. 

Un bilancio dei suoi sei mesi al Milan? 
"Positivi. Dal 2016 a oggi solo due allenatori hanno vinto trofei in rossonero: Pioli, con lo scudetto, e io. Se sommiamo i punti del nostro periodo abbiamo avuto un ritmo da Europa League, quinto posto. I risultati ci sono stati: penso ai due derby vinti e al successo con la Roma. Dispiace per la finale di Coppa Italia, ma alcune cose non mi sono piaciute". 

Del tipo? 
"C’era instabilità a livello societario, attorno alla squadra l’ambiente non era buono. Per questo mi tengo stretto ciò che abbiamo fatto. Inoltre, la dirigenza non mi ha supportato. Le faccio un esempio: dopo aver vinto la Supercoppa giocammo col Cagliari. In quel periodo giravano già le voci che il club stesse seguendo altri allenatori. Io pensavo a lavorare e a vincere, col peso dei risultati. Non ho avuto tempo di lavorare a tutti i livelli".

Sarebbe rimasto? 
"Sì, ma con alcuni cambiamenti". 

I giocatori l’hanno tradita? 
"Mai, anzi, erano con me. L’ha detto anche Theo nell’intervista che avete fatto: dopo il Feyenoord, quando la gente diceva che l’avesse fatto apposta a farsi espellere, io l’ho difeso. In molti mi hanno scritto quando sono andato via. Io pretendo rigore, esigenza e poi relax quando c’è da rilassarsi. Se uno si presenta con ha un chilo in più, arriva in ritardo o cose simili io non posso tollerarlo. Per me, alla fine, i giocatori sono tutti uguali". 


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