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Ciriello: "Su Conte pesa anche il telefono che squilla da altri club con possibilità maggiori del Napoli"

di Antonello Gioia

Marco Ciriello, giornalista al seguito del Napoli per La Gazzetta dello Sport, ha approfondito e commentato le parole di ieri di Antonio Conte: "Le dichiarazioni di ieri sono manifesto dell’irrequietezza contiana. Ci sono i limiti del club, l’impotenza di un allenatore onnipotente e tutto il risentimento – mai sopito – per il mancato mercato di gennaio. La cessione di Kvaratskhelia era e rimane un buco nella storia del Napoli, la gestione del calciatore selvaggio, che ora rischia di vincere la Champions col Psg e scriversi la favola, racconta anche l’occasione mancata del Napoli, che Conte sente, soffre, maledice. Con Kvara, anche a mezzo servizio, ci sarebbero stati i gol che sono mancati nel girone di ritorno, un girone brancaleonesco: con tanta sofferenza, molte toppe e troppi pareggi. Eppure il Napoli è lì, secondo, resiste, lotta e spera. Tiene l’attimo come un ciclista in salita, sta a ruota, sapendo che se molla una sola mezza pedalata è finita.

E Conte freme, fuori dal campo e in panchina, perché sa che lotta contro una grande squadra, l’Inter, che ha mostrato di saper soffrire contro il Bayern Monaco e quindi di poter resistere agli attacchi del Napoli. Conte più di tutti sente l’occasione mancata e lo mostra in conferenza stampa, forse pesa anche il telefono che squilla da altri club con possibilità maggiori del Napoli che a gennaio è parso voler rimanere a un punto dai campioni, come i giocatori delle osterie di notte di Francesco Guccini. E quindi i tormenti sono due. E poi c’è il dover resistere, anche se Conte ha il lamento come i tennisti hanno le urla mentre rispondono. Esplicita, mastica e sputa sentenze. E i suoi giudizi non possono che fare bene al Napoli, perché sono andati affilandosi man mano che passavano i mesi".


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