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Caressa "Cardinale? Sbagliato citare l'Inter, ma il concetto è quello che non bisogna andare in difficoltà economica e rimanere sempre a livelli alti"

di Lorenzo De Angelis

Nel corso del consueto appuntamento con Sky Calcio Club, Fabio Caressa ha parlato di Milan dicendo la sua sulle dichiarazioni rilasciate dal numero 1 di RedBird Gerry Cardinale all'Harvard Business School e non solo.

Su Fonseca e Jimenez: “Ogni volta che è sull’orlo del baratro lui vince sempre. Ha vinto una partita complicata a Verona con quattro terzini in campo: uno a centrocampo e uno che secondo me, tra l’altro, ne sentiremo parlare. A me Jimenez è piaciuto tantissimo in queste due partite che ha fatto, ha giocato in tre posizioni diverse in due partite. Pensa che Jimenez in fase offensiva è stato il primo per: tocchi in area, passaggi nel terzo offensivo, cross, conduzione progressiva. In fase difensiva ha fatto e ha vinto più duelli di tutti e ha recuperato più palle di tutti e ha fatto più pressioni di tutti. Parte a sinistra, ma tocca il pallone anche in mezzo: è una bella invenzione di Fonseca”. 

Studio Harvard: “Studio interessante fa capire qual è il rapporto tra gli investitori americani, che hanno un concetto di sport e di business sportivo molto diverso da quello europeo, e proprio invece l’Europa. Lo studio è stato fatto in questa chiave, anche per far capire negli Stati Uniti cosa vuol dire investire in Italia ed in Europa in un settore come quello sportivo e calcistico.  Le due frasi che più hanno fatto discutere sono una di Cardinale “L’Inter ha vinto lo scudetto, poi è andata in bancarotta…”. Estrapolata così è più forte di quello che voleva intendere, stava parlando di una sostenibile, dell’importanza di avere una società sostenibile nel tempo. È più importante essere tutti gli anni in lotta per lo scudetto e per la Champions League piuttosto che vincere una volta e poi no. Ma è inelegante parlare della situazione degli altri. Ha sbagliato a citare l’Inter, ma il concetto era quello: non bisogna andare in difficoltà economica e rimanere sempre a livelli alti. Poi Furlani ha dichiarato: “L’addio di Maldini? Lasciarlo andare è stata una decisione storica per quello che ha significato. Ma se volevamo realizzare la visione di Gerry dovevamo cambiare”. 

Allontanamento Maldini: “Loro dicono che non è importante vincere una volta, ma è importante essere sostenibili. È importante la sostenibilità nel calcio, ma l’emotività non può andare nel business perché deve essere sostenibile per creare un futuro produttivo. Furlani, in funzione di questa visione, dice che hanno dovuto cambiare Maldini, si intuisce tra le righe, che lui avrebbe messo un po’ troppa emotività nel discorso societario con delle richieste…”.

Differenze ideologiche: “Da una parte c’è il fatto che secondo me molte proprietà americane arrivano qua e non si sforzano di capire in che ambito lavorano, anche quello conta: noi veniamo da una cultura diversa, un ambito diverso. Però ricordiamoci anche che il nostro modo di fare business, quello europeo, non è che abbia funzionato: ha portato ad un calcio non sostenibile, come diciamo da anni. Bisogna cercare un punto d’incontro tra le due cose. In questo momento c’è un confronto culturale: noi eravamo abituati a fare un business sportivo in un certo modo, sono arrivate le proprietà straniere che stanno facendo business sportivo in un altro modo: non è detto che il loro sia più sbagliato del nostro, che finora ha fallito. Ma io divido tra visione ed esecuzione. Se hai la visione giusta e poi sbagli gli uomini… Quello che manca è la territorialità, non puoi arrivare in Italia ed arrivare ad un clash culturale. Noi dobbiamo capire loro e loro devono capire noi. Siamo in un momento in cui queste due grandi forze culturali devono trovare un punto d’incontro”.
 


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