Capello elogia la prestazione di Pavlovic a Rotterdam: "Solido e concreto"
Intervistato dai taccuini de La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore Fabio Capello ha commentato la disfatta di Rotterdam del Milan di Sergio Conceiçao, che adesso vede il discorso qualificazione farsi tutto in salita: "Sapevo che il Feyenoord in casa è avversario ostico. Squadra che corre, ha discreta qualità e sa occupare bene il campo, trascinato pure da un pubblico molto caldo. Non era una trasferta facile e il Milan l’ha sofferta, offrendo una brutta prestazione. Lasciatemelo dire: forse in Italia è stata un po’ sottovalutata alla vigilia la sfida".
Vero, ma dal Milan non ci si doveva aspettare un po’ più di qualità?
"La partita è stata indirizzata e complicata dal clamoroso errore di Maignan dopo appena tre minuti. Da lì in poi il piano tattico ha sorriso al Feyenoord, che ha potuto chiudersi per ripartire in velocità, sfruttando anche il naturale disequilibrio di un Milan schierato con quattro giocatori offensivi più Reijnders. La qualità la puoi mettere quando comandi il gioco e apri spazi, ma se invece le tue stelle sono obbligate a correre più all’indietro che in avanti, allora vanno in difficoltà".
Il risultato è ribaltabile al ritorno?
"Ovviamente sì. Ma servirà innanzitutto più rabbia. Il Milan di Rotterdam è stato troppo morbido quando c’era da battagliare. A San Siro mi aspetto una prova ben differente, però servirà stare molto attenti al contropiede degli olandesi. E in particolare a quell’Igor Paixao, che ha messo in seria difficoltà un veterano come Walker, che alla fine se l’è pure cavata, perché ha esperienza e intelligenza. Di tutti i calciatori offensivi in campo al De Kuit, il brasiliano del Feyenoord è stato di sicuro il più brillante".
Parliamo delle quattro stelle rossonere: cominciamo da Leao.
"Forse è l’unico che ha provato a fare qualcosa di concreto, ma anche nelle rare volte in cui è riuscito a superare un avversario, poi ha sempre sbagliato la scelta, il tocco o il cross, non incidendo alla fine".
Joao Felix non è riuscito a dare fantasia alla squadra.
"Per lui vale lo stesso discorso di Pulisic. Se calciatori di grande qualità, ma leggerini, sono costretti a rincorrere più che a giocare la palla, poi soffrono. In particolare, Pulisic ha faticato anche nei rientri, mettendo a sua volta in difficoltà Fofana, Reijnders e soprattutto Walker, che spesso e volentieri si è trovato contro due uomini, di cui uno era sempre il bravo Paixao".
Non è stato un bel ritorno a Rotterdam per Gimenez.
"Direi di no, ma non so quanto sia colpa sua. Di sicuro il messicano non è stato brillante, ma quanti palloni utili a un centravanti come lui gli sono arrivati? Zero... Per un attaccante con le sue caratteristiche i rifornimenti sono indispensabili e a Gimenez non ne sono arrivati".
Ha parlato di rabbia, forse Pavlovic è stato l’unico sul pezzo a livello di atteggiamento?
"Solido, concreto. Sì, Pavlovic in difesa ha sbrogliato due o tre situazioni pericolose, perché il Feyenoord quando ripartiva lo faceva sempre in velocità e con una certa convinzione. Per fortuna il serbo ci ha messo più di una pezza e in generale la difesa ha retto. Pure Walker, che aveva a che fare con un Paixao in grande forma, di riffa o di raffa l’ha un po’ contenuto".
Il centrocampo un po’ meno?
"La mediana a due Fofana-Reijnders è andata in difficoltà perché ha sofferto lo squilibrio generale di squadra. Non direi che è colpa di un singolo o dell’altro, ma dell’impianto collettivo".
Nel complesso l’impronta di Conceiçao si sta vedendo in qualche modo o ancora il Milan è alla ricerca di un’identità?
"Conceiçao qualche risultato l’ha fatto, come la vittoria della Supercoppa in Arabia o il passaggio del turno in Coppa Italia contro la Roma, ma io di gioco ne ho visto ancora poco. La squadra resta legata più che altro alle giocate dei singoli e fatica a muoversi come un blocco unico. Ma così diventa dura trovare continuità di rendimento...».