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Calcagno attacca Furlani: "Spero che la sua sia solo una provocazione, aberrante mantenere il Decreto Crescita solo per il calcio"

di Manuel Del Vecchio
Fonte: tuttomercatoweb.com

Umberto Calcagno, presidente dell'AIC-Assocalciatori, ha parlato ai cronisti presenti, tra cui TMW, a margine della presentazione del Gran Galà del Calcio, la cui premiazione si terrà il 4 dicembre a Milano. Queste le sue parole sul decreto crescita:

Si discute della possibile abrogazione del decreto crescita.

"Io credo che sarebbe, oltre che aberrante, anche difficile da giustificare mantenerlo solo per il mondo del calcio, quando oggi sappiamo bene che verrà eliminato negli altri settori. È un provvedimento devastante, sia per i nostri giovani che per chi gioca già ad alto livello: poter beneficiare di una detassazione del 50 per cento crea una disuguaglianza che ha acuito ancora di più la percentuale di stranieri in Serie A. È una richiesta che facciamo al ministro Abodi: è il momento giusto per togliere questa sperequazione. Non è una battaglia allo straniero, non ci appartiene: vogliamo fare tornare gli italiani allo stesso livello degli stranieri".

I club però la vedono diversamente: Furlani ha detto che la sua abrogazione sarebbe la distruzione del calcio italiano.
"È proprio il contrario. È una frase per me incredibile: il nostro calcio si deve basare su un risparmio fiscale sugli stranieri per non andare alla distruzione? Spero sia stata una provocazione: capisco che sia un risparmio per le società, ma non può essere a danno della Nazionale e di tutto il movimento. Guardiamo al minutaggio: Lippi nel 2006 contava sul 70 per cento di italiani e 30 per cento di stranieri; Mancini prima e Spalletti poi fanno i conti con percentuali invertiti. E questo vale ancora di più per i club più importanti: nel Milan se non gioca Calabria non ci sono italiani, in Champions aveva in campo gli stessi francesi del PSG. Io spero che il ministro Abodi capisca questa istanza, del resto non si capisce perché, se in tutte le altre categorie, debba rimanere nel calcio, dove teoricamente si dovrebbe partire alla pari".

Nei giorni scorsi l'AD del Milan Giorgio Furlani, invece, si era detto ampiamente favorevole allo strumento: "I risultati sportivi portano ricavi, ma salta tutto se venisse tolto il Decreto Crescita; senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano. Da quando c'è il Decreto Crescita ci siamo trovati a fare grandi risultati in Europa come calcio italiano, perché noi siamo business di talento: siamo sotto altri mercati a livello economico, siamo in un contesto difficile... Ma guardiamo: è impossibile fare un progetto stadio, ci sono limiti su extra-comunitari, contratti più corti... L'unica leva che ci rende competitivi con gli altri campionati europei è il Decreto Crescita. I nostri sponsor sono capitale straniero che entra in Italia e che poi noi investiamo, i progetti extra-calcio sono tutti finanziati da soldi esteri: nel momento in cui non riesci ad offrire un buon prodotto senza i migliori attori non ha senso fare progetti. A me sembra una follia a livello di economica nazionale togliere il Decreto Crescita".


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