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Biasin: "Il Milan ha stravinto il derby. E 'stravinto' lo utilizziamo perché nei giorni che hanno preceduto la partita suonavamo tutti la grancassa"

di Antonello Gioia

Fabrizio Biasin, giornalista, si è così espresso nel suo editoriale per TMW sul Milan: "Il Milan ha vinto il derby. Per certi versi persino stravinto. E il termine “stravinto” lo utilizziamo perché nei giorni che hanno preceduto la partita suonavamo tutti la grancassa: “Il Milan perderà e Fonseca andrà a casa”. Ecco, è stato il derby di Fonseca, uno che è stato sbertucciato per una settimana intera, non ha mai replicato anche quando un “vaffa” sarebbe stato legittimo, è sceso in campo senza ascoltare chi gli diceva “chiuditi dietro”, ha fatto l’esatto opposto e, oltre a sorprendere i suoi stessi tifosi, ha fregato i dirimpettai. Non capita spesso di vedere l’Inter battuta sul piano tattico, a Fonseca questa cosa è riuscita benissimo. E si merita tutti i complimenti del caso.

Di contro, è arrivata la sconfitta dell’Inter, una roba brutta e poco preventivabile. C’è chi dice “i nerazzurri sono stati supponenti”, io credo che in realtà sia stato tutto conseguenza di un mix di euro-stanchezza (90 minuti micidiali a Manchester), bravura degli avversari (leggi “piano tattico” di Fonseca), incapacità dei subentranti di mantenere o alzare il livello. Qualcuno dice “Inzaghi ha sbagliato i cambi”. Sono opinioni. Il qui presente pensa che, invece, se si vuole arrivare in fondo alle competizioni è indispensabile che tutti diano il loro buon contributo. Sono loro, i subentranti, che devono aumentare il loro rendimento, non l’allenatore che deve aver timore di metterli in campo. Il rischio, altrimenti, è di far giocare sempre gli stessi con pericolosi effetti collaterali (vedi Barella che, guarda un po’, non è uscito dal campo per un capriccio del tecnico).
Ora, la propaganda dei critici è già ripartita: “Inzaghi deve fare così, Inzaghi non sa fare cosà”. Non è bastata una finale di Champions, uno scudetto stravinto, le coppette e le supercoppe, non è bastato neppure vedere l’Inter giocare il suo miglior calcio di sempre, al primo inciampo son tornati a volare gli avvoltoi. È la condizione fetentissima del tecnico di serie A e di Inzaghi soprattutto, uno che anche in questo caso si è assunto ogni responsabilità e – sono opinioni – ha un solo vero difetto: l’eccessiva buona educazione. Simò, ogni tanto mandane affanculo uno a caso preso nel mucchio, magari inizieranno a portarti un minimo di rispetto in più (spoiler: non lo faranno).

Postilla. Che quest’anno il campionato possa essere decisamente più combattuto e che l’Inter non sia destinata alla cavalcata solitaria, è condizione del tutto normale. Del resto siamo in presenza di squadre che, a differenza dei nerazzurri, hanno investito decine e decine di milioni; se non ci fosse un minimo di equilibrio in più, in diverse piazze si dovrebbe parlare di scarsa capacità gestionale.


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