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Allegri e il Milan tremano. Ma non è colpa del freddo

di Antonio Vitiello
Fonte: di Franco Ordine per www.ilgiornale.it

Non ha mai stregato il popolo rossonero. Non è successo nemmeno ad Arrigo Sacchi e Fabio Capello, Allegri può consolarsi. Ma fino a ieri, lo scudetto e il testa a testa con la Juve, erano argomenti utilizzati per depotenziare le critiche e le censure moltiplicate nelle ultime ore.  E che sono partite da lontano, la spinta data a Ronaldinho e l'addio a Pirlo, per arrivare fino agli scarabocchi dell'Olimpico. Il tecnico livornese non si è nascosto dietro un dito: “Anche nel derby ci è mancata la cattiveria” la sua analisi ridotta all'osso, seguita qualche ora dopo da una serie di urlacci durante l'allenamento sotto la neve a Carnago, segno della fibrillazione complessiva. La sconfitta con la Lazio è maturata durante l'intervallo: fino a quel momento la squadra ha tenuto il boccino del gioco comandandolo senza sferrare il colpo decisivo. Ha pensato insomma che quella Lazio, senza Klose, e con Rocchi triste e solitario, non potesse nuocere. Nella ripresa tutto il Milan, episodio del rigore negato a parte, è apparso molle e deconcentrato, persino i due addetti alla sicurezza, Nesta e Thiago, si sono lasciati condizionare da quel clima.
Poi sono arrivate, a complicare il panorama, le scelte sbagliate di Allegri. Che ha cominciato con un tridente poco sperimentato e avvitato su Robinho che dall'inizio della stagione è un fardello sulle spalle della squadra più che una risorsa. Ancora più discutibili i cambi effettuati in corsa per tentare di raddrizzare il tiro: è uscito El Shaarawy invece che Robinho, passato a fare la punta, senza alcun beneficio; è uscito Ambrosini invece che Van Bommel per far posto al più dinamico Emanuelson con la conseguenza che appena il capitano si è fatto da parte il Milan è andato sotto grazie alle due rasoiate di Hernanes e Rocchi. Insistere inoltre su Mesbah, alla terza consecutiva, non è stata una genialata e non solo perch´ l'algerino è apparso subito in debito di condizione in una zona di campo vitale per la presenza di Gonzales. Sono stati i suoi cento cross finiti tutti nel posto sbagliato a rendere la sua prova opaca, insufficiente. Per molti critici, è stato il peggior Milan della stagione. A Napoli e con la Juve, ci furono giustificazioni legittime: molte assenze e una condizione fisica resa precaria dalla preparazione anticipata (Pechino). Nel derby e con la Lazio, invece no: restano gli assenti, è vero ma è lo spirito del Milan che è venuto meno e anche la tensione e l'attenzione degli stagionati guerrieri. Adesso, come qualche mese fa, Allegri è chiamato subito a far rialzare la squadra che non ha ricambi a disposizione: Pato ha ripreso a correre, Boateng e Aquilani sono lontani dal recupero, Inzaghi è rimasto fuori dalla lista Champions secondo pronostico non senza conseguenze. Col Napoli si giocherà alle 15, “soluzione logica” la chiosa di Galliani. Il mese di febbraio può diventare la trappola infernale per Allegri e il Milan.


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