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Agresti sulla Gazzetta: "Le accuse di Fonseca per il bene del Milan. Ma adesso tocca al club parlare"

di Enrico Ferrazzi

Stefano Agresti, sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ha commentato così il momento del Milan: "C’è un uomo solo al comando del Milan. Il suo nome è Paulo Fonseca e ci sta mettendo la faccia e l’anima per costruire una squadra migliore. Negli ultimi tempi è andato oltre, ci ha messo anche le parole. Molte e dure. Non sempre azzeccate, per la verità: le accuse all’arbitro dopo la sconfitta con l’Atalanta sono state eccessive nei toni e sbagliate nella forma. Ma - si sa - il calcio è anche comunicazione e, se non c’è nessuno che lo fa, tocca all’allenatore cercare di proteggere il mondo rossonero da presunte ingiustizie. Forse, nella circostanza, serviva qualcuno che gli dicesse: lasciamo stare, non è il caso di spingersi così avanti, di mettere sotto processo quest’arbitro. Ma era solo e ha preso una strada che avrebbe dovuto evitare. Capita. 

Da solo, dopo averlo annunciato ai suoi dirigenti, Paulo Fonseca ha anche deciso di sfidare sulla pubblica piazza lo spogliatoio del Milan. O meglio, una parte di questo. Appena vinta - in modo troppo sofferto - la fondamentale partita di Champions con la Stella Rossa, ha svelato a tutti il proprio malumore. Con l’espressione del volto davvero delusa, quasi sofferente, come se si sentisse tradito. Sarebbe potuto andare davanti alle telecamere e dire le solite banalità: la squadra ha lottato, l’avversario era forte (sono tutti forti, gli avversari), abbiamo conquistato un grande successo (anche i successi sono tutti grandi). Poi, chiusa la porta dello stanzone rossonero, avrebbe potuto prendersela con chi riteneva colpevole di quella brutta partita. Ha scelto una strada diversa, stavolta quella giusta: ha portato la propria delusione in tv. Una decisione traumatica, perché ha messo i calciatori davanti alle loro responsabilità: ha visto gente molle, spenta, con la testa altrove, e ha pensato che fosse opportuno denunciare questa situazione.

Anche se non è affatto molle, Paulo non dovrebbe però essere l’unico a esporsi in situazioni come queste. Quando ha protestato per gli episodi di Atalanta-Milan, è stato sconfessato dal presidente Scaroni («Gli arbitri hanno sempre ragione»). Ora che se l’è presa con la squadra, nessuno dei dirigenti rossoneri, a cominciare da Ibrahimovic, ha speso parole in pubblico per sostenerlo, per dare sostanza alla sua scomoda accusa, per far sentire il peso e la forza del club accanto all’allenatore. I vertici sono con lui, solo che non lo dicono. Ma c’è sempre tempo perché anche la società esca allo scoperto: Fonseca ha parlato, adesso tocca a chi sta dalla sua parte". 


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