Adesso c'è da stare poco Allegri
Fonte: articolo di TIZIANO CRUDELI per MilanNews.it
Milan-Juventus di Coppa Italia ha fornito una certezza: l’importanza di avere una guida tecnica che sappia trasformare un squadra in un gruppo solido, compatto, combattivo a prescindere da chi va in campo. Nella Juventus, che ha sconfitto 2 a 1 il Milan a San Siro, mancavano 8 titolari eppure non ha accusato defaillance. Anzi il nuovo arrivato, Caceres, ha perfino segnato la doppietta decisiva. La Juventus è Conte. Il Milan invece non è Allegri nel senso che non ha un gioco ben definito ma spunti individuali e poche energie. Le numerose assenze per infortuni (13 giocatori) sono un’attenuante non una giustificazione. I rossoneri non si muovono in campo all’unisono così non aggrediscono gli avversari in gruppo, spesso nelle ripartenze là davanti come unico punto di riferimento c’è il solo Ibra guardato a vista da un nugolo di avversari. Se corre Emanuelson gli altri rimangono al palo e non sono tempestivi nel fiondarsi a sostegno della fase offensiva. Da tre partite (2 sconfitte e 1 pareggio) non ne azzecchiamo una. Se nel computo generale ci aggiungiamo pure che nei 7 match disputati con le big del nostro campionato non abbiamo mai vinto ma ottenuto 4 sconfitte e 3 pareggi, vorrà pur dire che qualcosa nei meccanismi dell’intero complesso non funziona a dovere soprattutto nei confronti di alto livello. Se la cabina di regia è affidata a tutti gli uomini del centrocampo , ebbene lì in mezzo dobbiamo constatare che il Milan si trova costantemente in inferiorità numerica per cui diventa difficile imbastire temi offensivi, tanto più che i i ritmi del Milan, anche contro la Juventus, sono da moviola salvo poi cercare accelerazioni con lanci lunghi in verticali imprecisi e improduttivi. La Juventus ha corso ad una velocità doppia e per tutto l’arco della partita. Allora ci si chiede: ma come fanno i bianconeri a sprintare così tanto dopo 22 partite di campionato e 2 di Coppa Italia? Perché loro si e noi no? E allora è abbastanza scontato che nella zona nevralgica qualche rossonero abbia ballato. Per sessanta minuti il Milan ha latitato (2 tiri in porta) e poi il gol della Juventus ha avuto l’effetto di una scossa elettrica così la squadra si è svegliata dal torpore e qualcosa di positivo ha iniziato a combinare. Il gol di El Shaarawy, su assist di testa di Ambrosini, pareva dare il là ad un match diverso. La Juve rinculava e il Milan spingeva con maggior mordente. Poi Conte ha corretto l’assetto inserendo due punte (Quagliarella e Vucinic per gli affaticati Borriello e Del Piero) e allora i contropiedi dei bianconeri sono diventati pericolosissimi. Il colpo che ha steso definitivamente il Milan è stato propiziato proprio da una ripartenza di Giaccherini, sul suo cross è intervenuto di testa di Ambrosini che, al limite dell’area, serviva lo smarcatissimo Caceres, libero di mirare l’incrocio dei pali. Juventus, che continua ad essere imbattuta da 24 turni, sugli scudi, Milan nella polvere. Per i rossoneri è la sesta sconfitta stagionale (4 in campionato con Napoli, Juventus, Inter e Lazio, 1 in Champions col Barcellona, 1 in Coppa Italia con la Juventus). Adesso c’è da stare poco Allegri.