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A parlare è il sorriso di Ibra

di Antonio Vitiello
Fonte: di Matteo Ronchetti per Sportitalia

Nuovamente in vetta. Il Milan, in attesa della Juventus, rimette la testa in avanti, completando la rimonta, frutto di un filotto di 8 risultati utili consecutivi, 7 vittorie e un pari. E’ stato proprio il ko con i bianconeri il punto di svolta dei rossoneri, diventati irresistibili da allora, con 24 gol segnati e 22 punti incamerati. Nel primo tempo a emozioni zero, il Milan porta a passeggio il Genoa, ma è nella ripresa che si scatena, anche se solamente a tratti, la furia di Ibra e compagni. Le accelerate rossonere mandano in bambola il Grifo e lo spaesato Kaladze, generoso ex, colpevole del fallo da rigore ed espulso nell’occasione. L’episodio indirizza la gara e permette a Ibrahimovic di infilare il terzo rigore di fila e il suo ottavo sigillo in campionato. Di fatto, la partita finisce qui. Colpito una prima volta, il Milan fa strike con il sorprendente Nocerino, al quinto centro personale. Il Genoa, invece, che era riuscito a vacillare e mai cadere, va giù come un birillo, senza più riprendersi. A nulla varranno poi le giustificazioni di Malesani, che maledice l’assenza di Palacio e invoca una prima punta dal mercato. “Milan troppo forte”, dirà poi il tecnico rossoblu, che non sarà ‘mollo’, come dice lui, ma il suo Genoa un po’ troppo arrendevo sì, con un modulo che solo sulla carta assomiglia a un 3-5-2. In realtà la difesa è a 5, sempre schiacciata indietro, mentre l’ingresso di Merkel, il cui cartellino è a metà fra le due società, è eccessivamente tardivo. Sempre sulla linea di galleggiamento, il cursore del Genoa torna ora a volgere verso il basso: 4 vittorie, 5 sconfitte e 3 pari. 14 reti fatte, 16 subite.
Il sorriso a fine gara di Ibra, invece, la dice lunga sullo stato d’animo dello svedese che smaltito il mal di pancia, parla di un Milan infermabile, se continuo su questi ritmi. Nonostante le amnesie sottoporta di Robinho e la cagionevole salute di Pato. Forse anche per questo il Milan, ormai scaricato Inzaghi, escluso ancora per scelta tecnica, guarda al mercato con interesse. Tevez rimane la prima scelta, Maxi Lopez l’alternativa. Ma questa è un’altra storia. Per ora c’è solo il primato.


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