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Tanti indizi non fanno una prova, ma Cassano appare inevitabilmente "da Milan". E per Mister X mancano solo 10 giorni

di Giulia Polloli

Il trofeo Tim ha trovato ampio spazio nella bacheca nerazzurra, mentre il torneo di Bari ha dato indicazioni importanti ad Allegri e ha fatto luccicare gli occhi ai nostalgici per le giocate di Pirlo, ormai ostico avversario.
Ma per un Pirlo che è partito ecco un  Cassano che appare rinato, alla faccia della condizione fisica non ancora raggiunta, un giocatore che tra le mura natali non delude: due su due, prima con la maglia azzurra e la fascia da capitano e poi con i colori rossoneri che sembravano essere in bilico e che invece si fanno ogni giorno più importanti e cuciti addosso.
Cassano ha regalato un calcio che nessuno dubitava fosse ancora nelle sue corde. Ha trascinato il Milan nella fase offensiva, è andato in gol e ha creato spunti per i compagni di reparto.
A ragione c’è chi dice che potrebbe essere lui il reale grande acquisto del Milan, dopo una mezza stagione passata tra alti e bassi, forse questa volta Antonio sente la giusta pressione e il giusto stimolo sulle spalle per tornare ad essere quell’incantatore di palloni, e portieri, che conoscevamo.
Eppure c’è chi sostiene che il grande colpo arriverà proprio in coda al mercato, magari con l’annuncio dell’ultimo minuto, di certo frutto di trattative dispendiose di cui noi non siamo riusciti a trovare traccia. Un colpo a sorpresa, come per Ibrahimovic lo scorso anno, di quelli che fanno tornare il sorriso su visi impietriti e timorosi.
Bari ha dato la possibilità ad Allegri di provare anche i suoi giovani: su tutti Boateng e Ganz. Nomi già noti ma appartenenti a giovani promesse rossonere. Proprio il figlio di Ganz, “el segna semper lu” che lo scorso anno fece brillare gli occhi dei tifosi con la maglia della Primavera, ha dimostrato di avere molta dimestichezza con l’area avversaria e solo un gesto un po’ “egoista” di Cassano, con la palla che esce di un nulla dal palo, non gli regala l’emozione di poter andare a rete.
Per la serie i geni si tramandano… le aspettative su questo giovanissimo rossonero sono legate proprio al vecchio adagio che accompagnò il padre nella sua carriera.
Allegri dal triangolare di Bari esce con una certezza e buone sensazioni: le pedine mancanti sono fondamentali per il risultato, perché più incisivi sia i brasiliani in vacanza che Ibra infortunato. Ma esce convinto di aver messo in campo un buon calcio e soprattutto di avere pronti dei rincalzi freschi che potrebbero essere inseriti gradualmente nel calcio che conta. Se il Barcellona insegna, con la sua ormai arcinota “cantera”, il Milan potrebbe emulare, facendo sbocciare nuovi promettenti giovani pronti a sfidare anche i veterani.
Il dato di fatto è che senza il muro che ogni domenica Abbiati costruisce tra i pali e senza la solidità della collaudata coppia centrale Thiago Silva-Nesta, o anche Yepes, la vulnerabilità dei rossoneri aumenta.
Ho accennato a Pirlo nelle prime righe di questo commento. Andrea ha brillato, alla faccia di chi lo voleva finito. Ma Van Bommel ha risposto a tono, seppur con stile diverso. Uno incanta per le pennellate sopraffine, l’altro ammaestra palloni e blocca avversari con l’energia e il mestiere che lo hanno reso famoso oltralpe. Al Milan però mancano le giocate di Pirlo e se di mercato bisogna continuare a parlare, quello è forse il reparto che più richiederebbe qualche ritocco. I nomi rimangono quelli noti. Montolivo, che però la Fiorentina non vuole svendere e Aquilani che storce il naso per la richiesta di trasferimento in prestito. E poi c’è sempre la corsa a quell’esterno sinistro, mezz’ala o no, che ad oggi potrebbe avere i connotati solo di Bale, sempre che l’identikit sia ancora valido. Ma anche questo sembra ormai un nome da dover riporre in attesa di tempi migliori.
I dirigenti rossoneri sono stati astuti nel lanciare indizi che potessero far nascere i tormentoni estivi, ma ora devono essere più concreti. La sessione di calciomercato sta volgendo al termine e nei prossimi giorni i tifosi si aspettano il colpo a sorpresa, come nelle scorse stagioni.
Nella famosa stanza dei bottoni Galliani e Braida, ascoltato Allegri, avranno tra le loro mani il nome del prescelto. A noi l’onere di seguire le tracce lasciate dai loro movimenti, consapevoli però dell’acume per gli affari del tandem dirigenziale rossonero. Nessuno di noi ha certezze, ma come Sherlock Holmes cerchiamo di ricostruire i fatti in base a degli indizi, salvo poi esclamare, di fronte all’evidenza dei fatti: “elementare Watson”. Perché gli indizi questa volta sembrano portare nella patria di Conan Doyle.


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