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Sneijder al Milan? Magari! Intanto Galliani si tappa le orecchie per costruire un Milan da Champions

di Giulia Polloli
Giulia Polloli

Mancini vuole Thiago Silva? Mourinho vuole Ibrahimovic? Benvengano queste voci, che vanno solo a rafforzare la convinzione che il Milan ha dei giocatori appetibili sul mercato. Resisterà Galliani alle tentazioni che si potrebbero tramutare in pile di euro sonanti? Forse qualcuno dimentica che l’amministratore delegato del Milan non deve solo cercare di far cassa, ma ha il compito di rilanciare il Milan nel calcio mondiale, perché quello è il posto della società di via Turati, perché solo così si possono mettere sul piatto della bilancia contratti milionari e prerogative di guadagni ambiziosi.
Mancini in visita al Milan ovviamente non è una pura casualità. Il tecnico del City, fresco vincitore della Premier dopo un’era glaciale, conosce molto bene il valore di Thiago Silva, ma soprattutto deve anche “liberarsi”, mi sia concesso il termine, di un giocatore che per lui è diventato quasi scomodo, mentre sa che il Milan ambisce a fargli indossare la maglia rossonera. Stiamo parlando ovviamente di Balotelli, che si è trasformato nella contropartita tecnica per arrivare al sogno di qualsiasi tecnico: arrivare al difensore centrale più forte del mondo, privando così il Diavolo di un punto forte di riferimento per il gioco di Allegri.
Thiago Silva però non può essere ceduto, soprattutto non può essere svenduto ad una società che pensa di poter riparare al danno tecnico offrendo un giocatore di sicuro talento, che però prenderebbe posto dalla parte opposta del campo. Vedere in rossonero Balotelli non ripagherebbe del dolore causato dalla perdita di Thiago Silva. Quindi: Galliani congedi Mancini dal suo ufficio e non lo faccia più entrare!
E’ iniziato il tempo del calciomercato, tre mesi densi e ricchi di nomi che inevitabilmente circoleranno nello spazio di un byte a velocità indecente. Il Milan non ha ancora salutato definitivamente i propri senatori e già qualcuno vuole mettere il coltello nella piaga e privarlo delle altre pedine fondamentali di questa gestione. Ibrahmovic è corteggiato da Mourinho, ma anche in questo caso Galliani si è espresso a chiare lettere: i top player il Milan non li vende, o forse voleva dire che non ci saranno sconti?
Attorno al destino dello svedese si sono formati due fronti opposti. Come è normale, perché Ibra o lo odi o lo ami: impossibile rimanere nel grigiore di una non scelta. Però dati alla mano, lo svedese è il capocannoniere della serie A, lo svedese è il giocatore che più di tutti ha dato continuità al Milan anche quando l’infermeria aveva rapito la squadra titolare. Ha avuto qualche calo? E’ assolutamente umano. Ma non credo si possa disquisire sul suo valore, un valore oggettivo, dato dai minuti in campo, dai gol segnati, dagli assist per i compagni, dallo spirito di sacrificio dimostrato soprattutto durante quelle gare impossibili che hanno messo il Milan con le spalle al muro. Ma ho già ampiamente sottolineato questi aspetti del campione rossonero, quindi inutile spendere altre parole per elogiare quello che ormai è diventato il giocatore simbolo di questa società.
Lui e Thiago, la spina dorsale di questo Milan, accompagnati nel loro percorso da campioni potenziali e uomini veri. Se è vero che Nesta ancora non ha ottenuto la possibilità di andare a spendere il suo talento oltreoceano, allora perché non pensare di fargli chiudere la carriera nel calcio giocato ancora al Milan? Uno come lui, non potrebbe essere che di supporto per la causa. Lo stesso dicasi per Gennaro Gattuso, capitano in pectore, trascinatore dello spogliatoio, leone in campo. Se non dovesse trovare fortuna altrove, piuttosto che vederlo giocare contro il Milan, fossi in Galliani rinnoverei il contratto al mediano rossonero. Perché se Gattuso aveva deciso di smettere o di togliersi la soddisfazione di giocare in un altro calcio, allora ci si arrende al suo volere, ma se Ringhio se la sente di giocare, non penso potrebbe rinnegare le sue ultime parole “Rossonero fino alla morte” andando a rinfoltire le mediane di altre concorrenti al titolo. Rimane ancora l’incognita Seedorf, che in molti vogliono dirottato verso il Sol Levante, ma che ancora non ha preso decisioni nette sul suo futuro.
Lasciando da parte rimpianti e vecchie emozioni, tuffiamoci nel Milan in costruzione per la prossima stagione. Il centrocampo trova una pedina importante nell’arrivo di Montolivo, che dopo un anno tormentato sembra ora aver ritrovato il sorriso per la sua nuova esperienza. Toccante il suo saluto ai tifosi viola, ma da tempo ormai anche loro conoscevano l’epilogo della storia. E’ arrivato Gabriel, portiere talentuoso che difende i pali della Nazionale Under 20 verdeoro, ma che ancora non credo possa soverchiare le gerarchie che vedono in Abbiati l’unico numero uno. Gli abboccamenti per Acerbi, difensore del Chievo, sono più che semplici chiacchiere. Il difensore attende con ansia la chiamata in rossonero, coronamento di una stagione finita in escalation con il Chievo. In difesa il Milan punta anche su De Sciglio, ormai di diritto nella rosa di prima squadra dopo le brillanti apparizioni in questa stagione. Le notizie trapelate ieri, relative all’autocandidatura di Sneijder per la causa rossonera, false o fondate che esse siano, hanno scatenato la fantasia dei tifosi. Dopo la stagione tormentata in casa Inter forse Wesley ha bisogno di una iniezione di fiducia più potente di quella che Stramaccioni ha potuto dargli. Il fantasista nerazzurro incarna le doti che il Milan ha perso con Pirlo e Kakà. E tutti sappiamo che questo giocatore potrebbe essere realmente utile alla causa di Allegri, perché è duttile e può inventare quei colpi di genio che quest’anno sono stati prerogativa unica di Boateng. Il Milan ha bisogno di un giocatore che imposti e inventi che detti i ritmi e le traiettorie già a centrocampo, così da poter sfruttare al meglio la vena realizzativa di Ibra e le doti da assistman di Cassano.
E proprio il talento di Bari vecchia, ora osservato speciale nel ritiro della Nazionale di Prandelli, è stato la carta mancante nella cavalcata allo scudetto sfumata di un solo soffio. Cassano ha trovato gli equilibri ineluttabili con Ibrahimovic, ma è stato costretto ad un lungo stop e la sua assenza non è stata tamponabile in alcun modo.
Ma il Milan non si ferma qui: Allegri si è sbilanciato, con la dichiarazione di stima per Tevez, Balotelli o Dzeko, ha praticamente chiesto a Galliani di intervenire con forza sul mercato degli attaccanti. Non resta che passare nuovamente la palla allo stratega di mercato che fornito di tappi di cera, resisterà agli assalti per i campioni e ancora una volta riuscirà a costruire un team vincente, anche in tempi di crisi.


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