Non caricare di responsabilità El Shaarawy? Troppo tardi. Ha già indossato la maglia del Milan
Inutile negarlo: la lista degli infortunati è di gran lunga superiore alle più pessimistiche ipotesi d’inizio campionato,quando le statistiche diventano fondamentali per capire se una rosa è attrezzata abbastanza rispetto agli impegni di una stagione, o se ha bisogno di qualche ritocco. Il Milan aveva chiuso il mercato ancora prima dell’arrivo di Nocerino e Aquilani, dopo che i nomi dei papabili diffusi durante la lunga estate calda, tra le stanze degli hotel deputati, piano piano si sono ridotti a zero.
Ma tutti parlavano ancora del centrocampo rossonero come bisognoso di rinforzi, di uomini in grado di assicurare la qualità di gioco che Allegri tramanda da ormai un anno a questa squadra, ma soprattutto di quantità di energia indispensabile per portare a termine una stagione ricca di impegni. Un Milan inizialmente votato alla Champions, poi un Milan con l’obiettivo della seconda stella ora, dopo nemmeno quattro giornate, un Milan in piena emergenza su tutti i fronti con soli due punti in classifica, lontano già cinque lunghezze dalla vetta e con una difesa violata in troppe occasioni.
Eppure gli uomini a disposizione di mister Allegri, almeno nel reparto difensivo, sono pur sempre quelli che lo scorso anno hanno portato degnamente il fardello. Un inizio non proprio brillante di Nesta, ha fatto preoccupare Abbiati in più d’una occasione. Ma Sandrino si è ripreso alla grande. Ora è Abbiati che contro l’Udinese, complice forse una disattenzione, regala palla all’inossidabile bomber Di Natale, uno che se vede un pallone in area di certo non sbaglia. La difesa rossonera doveva poi fregiarsi della qualità e della quantità di gioco di Taiwo, che su “Chi l’ha visto”, però, ancora ne stanno mostrandone le foto. Il talento arrivato dalla Francia sembra in ritardo di condizione, più mentale che fisica, nell’impatto con il calcio italiano. Il Milan ha puntato molto su di lui, tanto da non prendere in considerazione altre opportunità. Ma qualcosa fa propendere Allegri all’utilizzo del vecchio condottiero Zambrotta, piuttosto che del nuovo marinaio in attesa di colmare il gap di minuti nelle gambe che lo separano, inevitabilmente dai suoi compagni. Abate si dimostra essere la vera spina nel fianco degli attaccanti avversari. Preciso e deciso nelle chiusure, veloce e oltremodo propositivo nelle ripartenze. Ancora ci si chiede come mai non possa essere pronta per lui una maglia da titolare nella Nazionale di Prandelli. Ma “il ragazzo si farà” diceva sempre De Gregori nella sua splendida canzone, e le spalle Abate non le ha strette, ma già ben conformate a sopportare il peso di molte scelte. Thiago Silva, tranne qualche millimetrica sbavatura, è il solido pilastro che può sorreggere il peso di un reparto intero, anzi potrebbe essere schierato da Allegri anche a centrocampo. E allora cosa non ha funzionato in questo avvio?
Il centrocampo è rimasto orfano dei suoi senatori e non solo: Gattuso, Ambrosini, Flamini, e mettiamoci anche Boateng, a metà tra la mediana e l’attacco. I colpi di coda del mercato però hanno regalato ad Allegri un Nocerino con tanta voglia di emergere definitivamente e un Aquilani duttile che può piazzarsi in qualsiasi parte di campo e mettere in mostra le sue doti. Ha anche propensione al gol e di questi tempi è una dote importantissima. Già, perché checché se ne dica, il Milan è lì a due punti soprattutto a causa dell’emorragia del reparto offensivo. Ibrahimovic, Robinho, il già citato Boateng e ora anche Pato. Difficile sconvolgere schemi ed equilibri ogni due giorni. Nessun alibi dunque, semplicemente dati alla mano è difficile per chiunque impostare una squadra che dal centrocampo in giù è completamente diversa da quella studiata e al massimo ritoccabile solo in alcuni punti. A metà campo Van Bommel e Seedorf, come suol dirsi, tirano la “carretta”. Nulla da dire su due cavalli di razza come loro, ma le numerose partite in pochi giorni potrebbero portare allo stremo questi due campioni. Qualcuno solleva il dubbio: ma Emanuelson? Ottima alternativa lo scorso anno, soprattutto sul fronte sinistro della mediana, ora quasi caduto nel dimenticatoio, anche perché nelle rare occasioni in cui è stato utilizzato non ha inciso granché. E forse Allegri adotterà anche il detto “errare è umano, perseverare è diabolico”: ma di diavolo stiamo parlando. Quindi anche il nazionale olandese potrebbe, dandogli un minimo di responsabilità, compiere, in modo blasfemo, il miracolo e riportare il diavolo in paradiso.
E proprio di troppa responsabilità si parla, in modo genitoriale, relativamente a El Shaarawy. Buttato nella mischia contro l’Udinese solo dopo l’infortunio di Pato, è ora il punto fermo delle idee Allegriane per la partita di stasera contro il Cesena. Il “Faraone”, giovane lo è . Forse lo stesso pensava lo scorso anno Dal Canto: nella partita più importante, quella contro il Varese nella semifinale playoff, il giocatore ha mostrato chiaramente di che pasta è fatto. Grazie alle sue discese in fascia, grazie al suo talento naturale nell’essere al posto giusto al momento giusto, ha trascinato il Padova fino alla finalissima, meritandosi le definitive attenzioni della dirigenza di via Turati. Ora non resta, ad Allegri ,che fidarsi della sua giovane e talentuosa voglia di essere utile al Milan. Solo portare quella gloriosa maglia significa caricarsi la responsabilità sulle spalle, per allentare la tensione il ragazzo deve giocare e prendere sempre più confidenza con questa nuova avventura. Al suo fianco poi ci sarà Cassano. Criticato, dato per partente, oggetto di ovazione e di preghiere. Sulle sue spalle si regge, davvero, l’attacco rossonero. Se devo analizzarne questo primo scorcio di stagione, forse l’unica gara in cui ha lasciato poche impronte è stata quella di Barcellona. Altrimenti un giocatore ritrovato, che usa i piedi come fossero mani, che muove il pallone e serve assist a profusione. L’uomo che può far diventare facile agli occhi degli osservatori, il produrre colpi da manuale del calcio.
E non dimentichiamo la fame di gol che sempre ha Inzaghi. Come in altre occasioni Super Pippo, dato per morto, risorge. Una sorta di araba fenice, che dalle sue ceneri torna a vita nuova. Inutile sottolineare l’ovvio: la sua età anagrafica comincia ad essere importante. Anche se ritengo che se motivato dalla fame d’area, Pippo potrebbe giocare ogni tre giorni, in condizioni fisiche, ovviamente, perfette. Ora, dopo il rientro contro l’Udinese, è probabile la sua partenza dalla panchina, ma già si vedono i suoi scarpini scalpitare, di fronte al suo pubblico, pronto a mettersi in gioco per l’ennesima volta, pronto, lui si, a trascinare ancora il Milan. In campionato però. Perché mercoledì in coppa lui e il giovane Faraone non potranno essere schierati. Ma il miracolo sembra essere all’orizzonte. Dall’infermeria, per mercoledì potrebbero uscire Ambrosini e Ibrahimovic. E quella sarà la partita decisiva per togliere allo svedese la nomea di “poco incisivo in Champions”. Questa si che è una responsabilità importante. El Shaarawy sono certa che stasera ribalterà ogni preconcetto, ogni pronostico: la statistica, come ben si sa, non è mai una scienza esatta.